Magazine Cinema
Origine: Norvegia
Anno: 2014
Durata: 100'
La trama (con parole mie): Martin, reduce dal peggior weekend della sua vita, nel corso del quale ha visto i suoi amici morire uno dopo l'altro per mano di un manipolo di zombies nazisti capitanati dal perfido Herzog, è stato costretto ad amputarsi un braccio con una sega elettrica ed ha erroneamente ucciso la sua fidanzata con un colpo d'ascia, si ritrova in fuga a bordo di una macchina nel tentativo di lasciarsi alle spalle proprio la malefica orda.Quando, a seguito di un incidente, si ritrova in ospedale il giorno successivo, e scopre con orrore di aver subito il trapianto del braccio dello stesso Herzog in sostituzione del suo, capisce che i guai sono appena cominciati: l'ex battaglione delle SS, infatti, è intenzionato a portare a termine la missione che interruppe nel corso della Seconda Guerra Mondiale marciando sulla più vicina cittadina per compiere un massacro, e toccherà proprio al giovane, considerato il responsabile dell'eccidio dei suoi compagni di viaggio, non solo fermare la folle corsa di Herzog e soci, ma anche trovare alleati validi per poterlo fare.E chi meglio di un manipolo di zombies sovietici e di una squadra di nerd specializzati in materia giunta dagli States?
Dovrò ricordarmi, alla prossima bevuta - perchè ormai i nostri incontri sono intervallati anche da bellissime parentesi da padri al parco -, di offrirne uno in più al mio fratellino Dembo, responsabile della scoperta che sono stati Dead Snow e questo Dead Snow 2 qui al Saloon.Considerati questi ultimi anni poveri di soddisfazioni particolarmente goduriose per uno storico amante dell'horror in tutte le sue forme come il sottoscritto, i due lavori di Tommy Wirkola sono stati una vera e propria manna dal cielo in grado di rinverdire i fasti del primo Peter Jackson e dei due clamorosi cult firmati Raimi, La casa e La casa 2, che lanciarono quest'ultimo nell'Olimpo non solo del genere per gli appassionati della settima arte.Il merito di Wirkola, infatti, è assolutamente associabile a quello che fu di Raimi stesso, passato dalle atmosfere slasher del primo capitolo del suo franchise più noto a quelle quasi scanzonate - pur ammettendo litri e litri di sangue - del secondo, senza dimenticare la lezione di pietre miliari dello splatter come Bad Taste: sequenze come quella che vedono protagonisti Martin ed il ragazzino pronto a rivelare al main charachter dell'esistenza di una Zombie Squad negli USA sono senza dubbio alcuno da antologia del genere, in grado di strappare risate che vanno ben oltre lo humour nero e rivelano una grande intelligenza critica, senza contare la componente prettamente action di un prodotto realizzato con lo stesso piglio artigianale del suo predecessore ma impreziosito da effetti sicuramente meglio riusciti - e finanziati -, che uniti all'evoluzione della storia, dei suoi protagonisti e del piacevole - per una volta - citazionismo sfrenato rendono Dead Snow 2 un piccolo cult all'altezza dell'originale, ed alimentano nei fan di questo neonato franchise il desiderio di veder tornare Herzog ed i suoi uomini per un terzo e conclusivo capitolo, per quanto possa suonare sacrilego, in questo senso, agganciarsi allo splendido finale orchestrato sulle note di Total eclipse of the heart con tanto di richiamo al Titanic di James Cameron, geniale chiusura assolutamente romantica per uno dei titoli più politicamente scorretti, sguaiati e divertenti che non solo il Cinema d'orrore ha prodotto nel corso delle ultime stagioni.Senza dubbio, e nonostante i meriti e l'inequivocabile valore, Dead Snow 2 resta comunque un prodotto per cultori, una scheggia impazzita di nicchia per nulla radical - anzi, oserei dire perfino il contrario - perfetto esempio della grande intelligenza ed ironia che porta i paesi nordici ad essere anni luce avanti rispetto alla Terra dei cachi e non solo: in questo senso risultano spassosi sia i due schieramenti di zombies sia i nerdissimi ed all'apparenza usciti da un episodio di troppo di The Big Bang Theory membri della Zombie Squad, utili per mostrare anche il punto di vista americano rispetto alla realtà europea - ed il riferimento alle armi è soltanto la punta dell'iceberg -.Nel corso di questo duemilaquindici, alle spalle una "carriera" ormai quasi trentennale di cinefilo, mi sono reso conto di quanto importante stia diventando per il sottoscritto il fatto che un film possa essere raccontato, vissuto e proposto "di pancia" pur non rinunciando ad un certo stile, ad un'idea, alla tecnica - grossolana o raffinata che sia -: nel momento in cui la passione conquista prima la pellicola e dunque lo schermo quando mi ci ritrovo di fronte, la geografia del suo valore muta, ed accresce non solo una valutazione in termini di voto, ma anche la percezione di quello che la pellicola in questione è in grado di fare.Questo è il Cinema che cerco: quello senza mediazioni o mezze misure, che si concede senza troppi giri di parole, godendosi l'attimo evitando di tirarsela come una figa di legno alla quale piace farla annusare senza mai aprire le gambe.Wirkola, che nel suo grande assalto alla distribuzione su larga scala ha fallito miseramente - il terribile Hansel&Gretel già citato ieri - con i due Dead Snow è riuscito nella non facile impresa di rinverdire i fasti di un Cinema profondamente gore che pareva morto e sepolto, neanche fosse uno degli zombies che tornano alla vita grazie al tocco di Martin.
MrFord
"(Turn around)
every now and then I get a little bit terrified
and then I see the look in your eyes
(turn Around, bright eyes)
every now and then I fall apart
(turn Around, bright eyes)
every now and then
I fall apart."Bonnie Tyler - "Total eclipse of the heart" -
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