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DEADBURGER FACTORY, La Fisica Delle Nuvole

Creato il 02 novembre 2013 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Deadburger

Mettiamola così: se in calce al libretto leggo una citazione dell’amato Antonio Moresco, m’hai già conquistato il cuore.

La factory toscana Deadburger se ne esce con un box di tre cd che sono altrettanti modi di intendere la propria musica senza stare molto a badare ai trend del momento, trattasi infatti di rielaborazioni di pezzi per più spettacoli teatrali che diventano un corposo sunto di un discorso partito da tempo (l’esordio, omonimo, è del 1997). La prima parte è quella più eterogenea (marchiata a fuoco dalle parole di Tony Vivona e con citazioni di Marcel Duchamp): vi fanno capolino le cosiddette “sperimentazioni” (ma sto semplificando…), gli omaggi a Erik Satie, il pop che si fa tutt’uno con l’avant e un piglio cameristico (“Variazioni Su Un Campione Di Erik Satie # 1:RE”), mentre nell’altra breve variazione, quella che nell’intestazione termina con “…Ciò Che La Pelle Spiega”, sembra di assistere a una sinfonia chitarristica dal sapore gore. Non mancano voci ospiti (tra queste la rediviva Odette Di Maio del gruppo meteora Soon) ad accompagnare dissonanze sfuggenti e traiettorie al limite dello stralunato (per esempio nella bellissima “Oltre”, con l’inconfondibile voce di Lalli), ma anche lo score triste di “In Ogni Dove” (sempre la Ollino dolce e ieratica, e quella tromba e quel testo poi…).

La parte seconda è invece un coacervo di rumori, campionamenti e rielaborazioni a partire da strumenti “musicali” insoliti come un forno a microonde e un vibratore. “Strategia Del Topo”, per esempio, è elettronica viva come non ne sentivo da tempo (pensate ai Throbbing Gristle che si fanno remixare pesantemente dai Coil, insomma una bella storia). La sensazione di spaesamento aumenta, visto che a un certo punto l’album vira verso la violenta marcetta de “Il Dentista Di Tangeri”, lugubre incedere chitarristico con twang spacca orecchie e base elettronica stordente, una delle composizioni capolavoro del disco in questione. Altra take degna di venir menzionata è “Dr. Quatermass, I Presume”, con quelle chitarre che tracimano in modalità hard-prog e sembrano provenire da un altro mondo (song aliena per eccellenza, questa).

Il terzo disco, infine, è quello più “pop-oriented”: i pezzi hanno una quadra più “canonica”, ma lavorano sempre in un ambito di libertà spinta (libertà che la band padroneggia con grande capacità, tra l’altro senza mai esagerare). “Amber” ha un taglio wave fin nel midollo, con gli strumenti che si incastrano felici, mentre l’opening track è quasi “teatro-canzone”, e di ottima fattura. “Cose Che Si Rompono”, con alla voce Paolo Benvegnù, è invece mood Novanta come non sentivamo da tempo, e “Deposito 423” sembra una out-take dei Bluvertigo più acidi, ma sono un po’ tutte le canzoni di quest’ultima parte che ricordano determinate atmosfere, nel bene e nel male.

Tre lati di una band (ma definirla collettivo forse è meglio) sempre in divenire, costantemente protesa verso l’urgenza e verso un limite che non riesce mai a raggiungere, proprio perché prolunga di proposito quella sensazione d’incompiuto che sta dietro a un progetto come questo, che vive di donchisciottesca propensione alla perfezione. I musicisti ce la mettono tutta (anche a livello visivo: il lavoro dell’artista Paolo Bacilieri è degno di nota e il booklet è denso di contenuti e informazioni) nel rielaborare codici musicali già ampiamente sviscerati da altri colleghi più illustri e, pur rimanendo in un limbo che li tiene ben stretti a sé (vedi alla voce autoproduzione e poche date live), riescono a lasciare una traccia nella musica indipendente per davvero di un panorama italiano che non smette mai di stupire. Ebbene sì, checché se ne pensi, dalle nostre parti esistono ancora artisti capaci di mettersi in gioco, un po’ come l’individuo al quale viene posto il quesito della citazione che apriva questo articolo, che per la cronaca è la seguente: “Alla domanda: come vorrebbe morire? Da vivo”.

Ribadisco: questo lavoro è epifania per le orecchie.

Tracklist

CD1: Puro Nylon (100%)

01. 1940 / Madre
02. Variazioni Su Un Campione Di Erik Satie # 1:RE
03. Variazioni Su Un Campione Di Erik Satie # 2/3: L’Inganno / Il Poeta
04. Oltre
05. Obsoleto Blues
06. Variazioni Su Un Campione Di Erik Satie # 4: Ciò Che La Pelle Spiega
07. In Ogni Dove
08. Ancora Più Oltre

CD2: Microonde e Vibroplettri

01. La Mia Vita Dentro Un Forno A Microonde
02. Strategia Del Topo
03. Magnetron
04. Micronauta
05. Il Dentista Di Tangeri
06. Cuore Di Rana
07. Dr. Quatermass, I Presume
08. Arando I Campi Di Vetro

CD3: La Fisica Delle Nuvole

01. La Fisica Delle Nuvole
02. Amber
03. Bruciando Il Piccolo Padre
04. Cose Che Si Rompono
05. Wormhole
06.Il Mare È Scomparso
07. Deposito 423
08. C’è Ancora Vita Su Marte (include: Starburger)

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