DEBORA GARRITANI
What remains
a cura di
Martina Adamuccio
Dal 16 al 31 maggio 2013
Inaugurazione 16 maggio ore 18,30
Spazio Orlandi presenta la prima personale dell'artista Debora Garritani.
La mostra propone una serie di autoscatti che costituiscono un'indagine sui temi esistenziali ed in particolar modo
sull'opposto dualismo memoria e l'oblio. Il senso profondo dei lavori è
arricchito dalla scelta cromatica che Debora Garritani fa nella foto.
L'uso del bianco e nero ha il compito di focalizzare l’attenzione sul
concetto dualistico.
Una mostra
sulle tracce che rimangono, quelle del passato come quelle del presente.
Segni che sono affidati ad oggetti quali i vestiti, la rete metallica
vuota o i capelli. Presenze quasi spettrali paiono ricordarci un tempo
che ritorna all'infinito, manifestandosi in più forme. Ognuno di noi ha
dentro ferite sopite che vorrebbe estirpare, tutto, però, persiste e
sembra conservare la propria identità attraverso il tempo, malgrado ogni
cambiamento.
Nel mondo
contemporaneo il corpo oltre ad attestarci la nostra presenza, ci
ricorda costantemente la nostra finitudine e la nostra fragilità, e
cosi, anche l'uso di elementi come i capelli, materiale organico e
fragile legato alla vita, è destinato a perpetuarsi in eterno oltre la
morte. Una mostra che invita a raccogliersi in un silenzio quasi
tombale, per poter riflettere su temi interiori profondi.
Spazio Orlandi
via Vespri Siciliani 16/4, 20146, Milano
La mostra è visitabile su appuntamento
Magazine Arte
DEBORA GARRITANI - What remains - a cura di Martina Adamuccio
Creato il 04 maggio 2013 da Roberto Milani
DEBORA GARRITANI
What remains
a cura di
Martina Adamuccio
Dal 16 al 31 maggio 2013
Inaugurazione 16 maggio ore 18,30
Spazio Orlandi presenta la prima personale dell'artista Debora Garritani.
La mostra propone una serie di autoscatti che costituiscono un'indagine sui temi esistenziali ed in particolar modo
sull'opposto dualismo memoria e l'oblio. Il senso profondo dei lavori è
arricchito dalla scelta cromatica che Debora Garritani fa nella foto.
L'uso del bianco e nero ha il compito di focalizzare l’attenzione sul
concetto dualistico.
Una mostra
sulle tracce che rimangono, quelle del passato come quelle del presente.
Segni che sono affidati ad oggetti quali i vestiti, la rete metallica
vuota o i capelli. Presenze quasi spettrali paiono ricordarci un tempo
che ritorna all'infinito, manifestandosi in più forme. Ognuno di noi ha
dentro ferite sopite che vorrebbe estirpare, tutto, però, persiste e
sembra conservare la propria identità attraverso il tempo, malgrado ogni
cambiamento.
Nel mondo
contemporaneo il corpo oltre ad attestarci la nostra presenza, ci
ricorda costantemente la nostra finitudine e la nostra fragilità, e
cosi, anche l'uso di elementi come i capelli, materiale organico e
fragile legato alla vita, è destinato a perpetuarsi in eterno oltre la
morte. Una mostra che invita a raccogliersi in un silenzio quasi
tombale, per poter riflettere su temi interiori profondi.
Spazio Orlandi
via Vespri Siciliani 16/4, 20146, Milano
La mostra è visitabile su appuntamento
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