Quando un europeo giunge in Messico, si rende conto che, in questo paese, praticamente non esiste la classe media o è molto ridotta. La maggioranza della popolazione è povera a fronte di poche famiglie enormemente (schifosamente, direbbe qualcuno) ricche.
Quando un ricco ti mostra la sua lussuosa casa, le sue auto, i suoi privilegi, la prima reazione è di grande sorpresa. Subito si pensa a voce alta: “Questo in Italia sarebbe molto difficile da ottenere, anche per un professionista affermato”.
A meno di non essere un neocon, un thatcheriano, un reaganiano convinto, immediatamente la mente va ai vecchietti fuori in strada senza pensione che raccolgono la spazzatura per mettere insieme i soldi per mangiare, ai ragazzini che non si possono permettere di andare a scuola e alla miseria che il Messico quotidianamente sopporta.
Vivere in Messico permette di toccare con mano l'ingiustizia economica e sociale del mondo moderno.
I pochi ricchi che ho conosciuto assomigliano a quei palloncini che scappano di mano ai bambini e, privi di ancoraggio, scompaiono nel cielo di una vita surreale fatta di abbondanza materiale, distante anni luce dalla realtà della gente comune.
Ma rimaniamo sul leggero: se vuoi essere un riccastro messicano segui il seguente decalogo:
- Compra una casa in un quartiere per ricchi, uno di quelli difesi da mura, filo spinato, elettricità ad alto voltaggio e guardie armate.
- Compra uno schermo piatto gigante, un tavolo da biliardo (anche se non sai giocare), automobili e pick up enormi e lucidi.
- Frequenta club per ricchi e parla solo ciò che ti sei comprato e di ciò che sei in procinto di comprare.
- Iscrivi i tuoi figli in una scuola bilingue per ricchi.
- Fai la spesa in un supermercato per ricchi. Intendiamoci, non tu, la tua donna di servizio.
- Frequenta solo località balneari per ricchi in hotel per ricchi.
- Alle tue feste invita solo persone ricche.
- Fai sposare le tue figlie con ragazzi ricchi.
- Tratta con condiscendenza chi non è ricco e ti lecca i piedi perché vorrebbe diventarlo.
- Ricorda il vecchio adagio: Quien no tranza no avanza. Chi non imbroglia, non va avanti.