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"decapitati": alla ricerca dei leader perduti
Creato il 10 gennaio 2012 da Alessandro @AleTrasforiniCosa significa essere leader? Come si può governare o dirigere uno Stato in tempi tremendamente incerti come questi? Se un qualcosa (di troppo grande) in Italia continua a non funzionare, cosa è possibile fare? Chi è possibile chiamare in causa o 'colpevolizzare' per il punto a cui siamo arrivati? Su questi frangenti, pertanto, è opportuno discutere per (ri)definire il concetto di leader: attraverso quali capacità e competenze dovranno scorrere gli atti di quanti avranno l'onere e l'onore di amministrare beni pubblici e privati di questo Paese? Quale carattere dovrebbe avere il politico 'ideale' per amministrare consapevolmente uno Stato complesso e duramente provato come quello italiano? Sullo sfondo adatto a costruire un'immagine di futuro, rimane la ferma necessità di lottare nel presente per evitare pericolosi 'crolli incrociati' di settori: dall'ambiente all'economia, dalla politica alla scienza sono moltissimi i campi in cui è necessario fare qualcosa. Sia che si tratti di fare riforme strutturali o di imporre un nuovo 'codice etico', la figura del leader sembra essere fondamentale per poter garantire credibilità e continuità a progetti. Andando oltre qualsiasi possibile ragionamento, rimangono sempre da risolvere le classiche domande: cosa serve per essere leader? Si tratta di una formula magica di 'ingredienti' non spiegabili od è sufficiente essere onesti e radicalmente attaccati a concetti di abbondante analisi della realtà? Un leader dovrebbe, soprattutto in questi tempi, saper leggere il presente per codificare il futuro. Questo e molto altro viene trattato in "Decapitati", il nuovo libro di Giovanni Floris. L'eloquente sottotitolo chiarisce più di ogni altra cosa il probabile intento del libro: "perchè abbiamo la classe dirigente che NON ci meritiamo." Se l'Italia intera è ridotta in queste condizioni sembra, purtroppo, che nessuno voglia addossarsi delle colpe specifiche: su questo fronte la tematica dello 'scaricabarile' non è ancora tramontata. La ricerca di un leader è un argomento che l'autore cerca di sviluppare ed inquadrare su più campi: prima di tutto, però, è doveroso guardare alla situazione attuale. Su questo fronte, pertanto, è necessario definire l'identikit di un fallimento. Analizzare ed analizzarsi, per impedire il ripetersi di certe situazioni: può essere questo il termine comune di analisi della realtà che attende questa Italia? Seguono poi, inevitabilmente, alcune parole che non dovrebbero essere 'vuote' per ogni leader che si rispetti: normalità, onestà e coerenza sono le caratteristiche di fondo identificate dall'autore come sostanziali per poter 'corrodere' i tristi esempi di condotte recenti. Sullo sfondo ma non troppo, un solo dubbio: se i migliori fossero ancora in panchina? Cosa potrebbe accadere se i più adatti a governare fossero ancora a scaldarsi prima di 'scendere in campo'? In un Paese dove il merito finisce spesso sotto la suola delle scarpe, potrebbe sembrare una cosa assolutamente normale. Eppure, se qualche 'nuovo' realizzasse i propri sogni le cose potrebbero iniziare a girare un pò meglio. Essendo la Storia fonte di memoria, per guardare il futuro è necessario anche guardare al passato: quali leader si sono caratterizzati, grazie al loro operato, come sorgenti di 'bene' e 'male'? E' possibile, governando od amministrando, parlare di bene o male in termini assoluti? E' altrettanto lecito guardare con la massima dose di relativismo alla questione complicatissima come quella del 'leader'. Ne serve per davvero uno solo? Non sarebbe meglio averne tanti e capaci, su più differenti sfere? Il futuro, in questo senso, sembra che non perdonerà la mancanza di progettazione integrata: sono tantissime le sfere che sarà necessario fare incontrare per trovare soluzioni ai problemi tremendamente complessi di oggi. Economia ed ambiente potranno continuare a marciare separate come è stato fino ad oggi? Politica ed etica dovranno adoperarsi per (ri)scoprire un (nuovo) punto di incontro? Fra pensiero e futuro, si articola un trattato che cerca di fare luce sulle troppe questioni che non 'ingranano' in questo Paese. Essere 'decapitati' vuol dire anche, fino a prova contraria, essere inabilitati a decidere del nostro futuro. E' questo che meritano gli italiani?
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