La scorsa settimana sono stata la gioia di ogni casa cinematografica, andando a vedere ben quattro film, quasi tutti appena usciti. Devo dire che in un modo o nell’altro ho gradito tutti, nessun flop galattico stavolta, per fortuna!
LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE
Opera prima di Pierfrancesco Diliberto, meglio noto come Pif, già iena per il programma Le iene nonché autore del bellissimo programma di reportage Il testimone di Mtv. In tempi non sospetti già dichiarai la mia passione per Pif, uno dei pochi veri giornalisti che per me ci sono in circolazione: in poche occasioni ho visto raccontate crude realtà o più o meno frivole vite da star con occhio critico, senza tuttavia eccedere con l’opinione personale, lasciando lo spettatore farsi una propria idea, grazie ad una sottile ed intelligente ironia. Ed eccolo finalmente al cinema con La mafia uccide solo d’estate, un molto più che arguto affresco della storia della mafia a Palermo tra gli anni ottanta e novanta, raccontato tutto attraverso gli occhi di Arturo, sagace ragazzino innamorato della bella Flora, sua compagna di classe. Il grande amore di Arturo lo accompagna per tutta la vita finché i due si ritrovano già adulti, disorientati dal travolgente movimento anti-mafia che lentamente si sta facendo sentire dopo anni di omertà. Il mito di Arturo è Andreotti, di cui ha persino un poster in camera; Arturo pensa che Andreotti comunichi con lui per indicargli la strategia per conquistare il cuore di Flora, senza accorgersi che il suo mito ha un lato molto oscuro, questo almeno fino a quando i palermitani non insorgono contro lo stato che li ha abbandonati.
Ho trovato davvero interessante l’idea di narrare un argomento così difficile attraverso un punto di vista strettamente intimo e personale, come se i protagonisti fossero appena sfiorati dal tumulto che li circonda che, tuttavia, influenza pesantemente i loro percorsi di vita. Ho amato le interpretazioni molto sentite di tutti gli attori, capaci di dare un’anima realistica a queste figure un po’ comiche un po’ drammatiche, grazie ad una sceneggiatura arguta e divertente, nonostante il tema, che lascia il giusto spazio alla riflessione personale.
Assolutamente da vedere, auspicando l’arrivo di un altro brillante film di Pif presto sui nostri schermi!
HUNGER GAMES – LA RAGAZZA DI FUOCO
Ho scoperto solo di recente questa saga che, ammetto, mi sta incredibilmente piacendo. Non sono una grande appassionata di saghe, escludendo Star Wars e il Batman del duo Nolan-Bale, ma devo dire che Hunger Games mi ha stupito perché lo credevo un film per ragazzi, cosa che non è affatto, per il mio personale giudizio. Il tema del regime che opprime i suoi sudditi non è certo una novità in campo letterario e cinematografico, ma l’inserimento della macchina dello showbiz è sicuramente un elemento che crea molto materiale su cui riflettere. In questo nuovo capitolo, Hunger Games – La ragazza di fuoco, Katniss si ritrova di nuovo nell’arena, suo malgrado, a lottare per la sua sopravvivenza e per quelli che ama perché, nonostante il successo ottenuto ai precedenti giochi, c’è chi non crede – giustamente - alla sua storia d’amore con Peeta e, soprattutto, c’è chi vede in lei il simbolo di una nascente ribellione da stroncare immediatamente facendo crollare il mito della speranza da lei introdotto. Quello che mi piace è proprio il fatto che Katniss non sia la solita eroina che combatte per la libertà, è solo una semplicissima ragazza che ama i suoi cari e che non vuole essere coinvolta nei meccanismi del regime; vorrebbe stare nel suo piccolo orticello e sopravvivere ed invece è costretta ad attraversare il confine dell’arena più volte per sfuggire a chi la vuole morta. Solo la solidarietà con i suoi alleati la spinge ad andare avanti anche se le avventure sono ancora lontane da un lieto fine.Grandi effetti speciali, cast stellare e competente, costumi stratosferici che mi fanno rimpiangere di non essere una sarta e lavorare ad Hollywood. Due ore di buon intrattenimento condite da qualche sana riflessione.
DON JON
Innanzitutto un appello a tutti coloro che vogliono andare a vederlo al cinema (soprattutto gli uomini): QUESTO NON È UN FILM PORNO, È UN FILM CHE PARLA ANCHE DI PORNO!! Specifica doverosa perché io ho visto il film accanto a due ometti che si aspettavano straordinarie evoluzioni sessuali da parte di Scarlett Johansson, che hanno commentato la cosa AD ALTA VOCE per tutta la durata del film e che sono usciti dalla sala ribadendo che il film era una cavolata. Ragazzi, per il porno c’è YouPorn, liberate della vostra scomoda presenza tutti coloro che vogliono godersi un film in santa pace e SILENZIO in sala!
Detto ciò veniamo al film. Come ho già detto Don Jon non è un film porno, è un film di formazione. Già, per me è così. Per me si tratta di un film che parla dell’educazione sentimentale di un un ragazzotto che sembra tutto muscoli e niente cervello, Jon (Joseph Gordon-Levitt), appunto, ribattezzato dai suoi amici “Don” per la sua abilità nel conquistare avvenenti fanciulle nelle discoteche. Jon è ossessionato dal suo aspetto, dalla pulizia della sua casa, dalla sua macchina, dalle donne, ma soprattutto dal porno. È talmente ossessionato dal porno che lo preferisce al sesso vero e proprio! Quando però incontra Barbara (Scarlett Johansson) qualcosa in lui inizia a cambiare: si innamora di questa donna mozzafiato, bellissima ma manipolatrice, che con l’arma del sesso riesce a fargli fare tutto quello che vuole. Prima per lui le donne erano un semplice strumento di piacere, con Barbara capisce che c’è altro nella vita. Tuttavia quando lei scopre che lui non ha rinunciato al porno per amor suo lo lascia di punto in bianco. Solo allora Jon si rende conto che “la stronza” stava cercando di plasmarlo a suo volere, che non le interessavano i suoi sentimenti, ma solo sistemarsi con qualcuno che facesse ciò che lei voleva. Siamo solo al secondo step della maturazione sentimentale di Jon che giunge al termine grazie all’incontro con Esther (una sempre divina Julianne Moore), donna problematica, con un ingombrante e doloroso passato, molto più vecchia di lui, che grazie alla sua intelligenza e la sua sensibilità, gli fa capire che il porno non è la via, il sesso è perdersi l’uno nell’altro, e ciò è possibile solo grazie all’amore che mette il proprio amato sul nostro stesso piano.
Confesso che ero un po’ restia nel vedere Joseph Gordon-Levitt nei panni dello sciupafemmine, con il suo faccione da bravo bambino, eppure anche Don Jon è un bravo bambino, che non conosce la strada per trovare se stesso da solo e che ha bisogno della mano di qualcuno che lo ami davvero. Ottime le interpretazioni di tutto il cast, come c’era da immaginarsi; sceneggiatura buona anche se, specie all’inizio, la ricerca della continua risata è forse un po’ esagerata. Splendida Julianne Moore che non teme il confronto della sensuale e più giovane Scarlett Johansson,e che, personalmente, lo vince, facendomi pensare che vorrei nella vita essere una Esther, piuttosto che una Barbara, anche se meno vincente.
Diciamo che aspetto la prossima pellicola firmata da Gordon-Levitt per sbilanciarmi sul suo talento da regista, ma come inizio non è male.
DIETRO I CANDELABRI
Steven Soderbergh non smette mai di stupirci e stavolta si cimenta in un originale biopic su Liberace attraverso gli occhi del suo amante Scott Thornson, con cui il celebre pianista ebbe una tormentata relazione per sei anni. Il punto di vista è molto intimo, non si indugia tanto sulla celebrità di Liberace, quanto sui suoi travagliati rapporti con i giovani amanti ed in particolare con Thornson con il quale ebbe una relazione quasi simbiotica e devastante, anche fisicamente. Il film è arricchito da suggestive esibizioni del pianista, grande amante dello stile da lui giustamente ribattezzato kitsch imperiale. La vicenda forse non è tra le più entusiasmanti, ma vale decisamente la pena di essere visto per le magistrali interpretazioni degli attori: Matt Demon, nei panni di Scott, lontano anni luce dal soldatino Bourne, che svela un lato delicato e sensibile, fragile come solo una persona vera sa essere; Michael Douglas, che indossa le scomode e sbrilluccicanti vesti di Liberace, regala una gigantesca interpretazione, che da sola vale il prezzo del biglietto.
In conclusione, non imperdibile ma da vedere, specialmente se siete amanti delle storie che si concentrano sui personaggi e se amate le grandi performances che solo pochi attori ci sanno ancora regalare.
Avete visto qualcuno di questi film? Cosa ne pensate?