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Decimi di sabato sera

Da Sogniebisogni

sabato

Sabato di luce livida che filtra dai buchi della tapparella. Sabato da non mi voglio svegliare. Sabato da faccio colazione chi sa a che ora con gli spaghetti in una mano e il caffè nell’altra. Sabato di bucati rimandati, di pulizie, tolette, cernite e aggiornamenti. Sabato di file al supermarket con bande di famigliole che riempiono carrelli apparentemente alla rinfusa. Di file sulla tangenziale. Di file sul muro torto. Di file sul lungotevere mentre i furbi parcheggiano in ogni interstizio disponibile compresi i marciapiedi. Di doppie file. Di triple file. Di file di auto a spina di fronte alla gelateria alla moda perché fare due passi non è di moda quanto il tiramisù. Di file per un posto al ristorante, alla trattoria, al sushi bar, al locale vip, al locale fighetto-col-faretto, al locale finto-rustico e proletario, al locale alternativo e rivoluzionario. Sabato di motorini starnazzanti. Sabato di chiacchiere già stanche. Di pizze filanti. Di timbrini sull’avanbraccio che rimarranno fino a martedì. Sabato di musiche inenarrabili provenienti da 220 autoradio in sosta. Sabato di ubriachi piscianti, vomitanti, vocianti, urlanti, ma anche taciturni, in lacrime, addormentati in luoghi improvvidi. Sabato sempre senza vigili. Sabato col frontale sempre in agguato. Sabato è finito per ora. Finalmente domenica.


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