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Declassamento Italia e recessione.

Creato il 31 gennaio 2012 da Mir Gorizia @Ettore_Ribaudo
Ora il premier Monti dà la colpa del degrado subito dall’Italia da parte di Moody’s, alla politica europea, facendo una cernita avvocatesca riguardante il suo governo in merito alla bocciatura SENZA APPELLO che agenzia ha dato sul nostro Paese. Declassamento Italia e recessione.Il premier non ha invece criticato l’aspetto tempistico di tale bocciatura. Esso ha avuto luogo subito dopo che la manovra varata dal Governo era stata valutata ed è valutata, positivamente sia dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, cioè dal maggior creditore europeo, sia dalla Banca centrale europea, cioè dalla massima autorità monetaria europea.Io non ritengo lodevole la manovra del governo Monti, perché essa è non all’altezza delle misure di rilancio e perché troppo basata su rincari lineari di aliquote fiscali e su una tassazione sulla prima casa che ha un effetto dannoso sulla piccola proprietà e sul risparmio e che dunque poteva essere evitata tralasciando una parte le nuove agevolazioni fiscali stabilite a favore delle società di capitali e della assunzione di donne e di giovani, che sono tipiche misure dirigiste e violano il principio del beneficio nel settore contributivo. Errato anche l’annuncio di un nuovo rincaro dell’IVA da fare a metà anno, con aumenti lineari di aliquote in sostituzione di riduzioni di agevolazioni fiscali. Ma il declassamento di due punti è eccessivo, per questa manovra mediocre. E non ritengo che l’Italia meriti la B.Comunque pongo un altro interrogativo. Com’è possibile che nel giro di pochi giorni o forse di poche ore, da una pagella positiva data all’Italia dal premier tedesco e da Mario Draghi si passi a un downgrade di due punti? Siamo finiti con la “B”, nonostante il giudizio di quelli che ci avevano consigliato di fare questa manovra e che l’hanno giudicata positivamente. Questo giudizio sull’Italia, conduce a una considerazione sconcertante: i consigli della diarchia europea franco-tedesca vanno visti con beneficio di inventario, perché non rilevano per le valutazioni dei mercati nella misura in cui esse si identificano con quelle delle agenzie di rating. Mi sembra meglio seguire i precetti tradizionali dell’economia neoclassica, che questi consigli in parte bocconiani e in parte dell’OCSE e della Confindustria, fatti propri dalla Bce e da Olli Rehn, il commissario europeo finlandese che li condisce in una salsa scandinava liberal-benesserista.Comunque, da quel che si è potuto constatare, l’Europa è alla mercé di agenzie di rating, che ne turbano i mercati a piacere. Non è ammissibile che si possano stilare valutazioni come quella di Standard e Poor’s a borse ancora aperte, con il giochetto del comunicato ufficiale per le 22 ora europea. Qualcuno forse ignora che così facendo c’è il rischio che venga influenzato in modo indebito le quotazioni con possibile fughe di notizie?O c’è colpa grave o c’è dolo, in questa turbativa del mercato. Non è da escludere che ciò sia potuto avvenire prima del declassamento francese e poi di quello austriaco, poi di quello italiano, spagnolo e portoghese. E ci possono essere anche casi ripetuti diinsider trading, per altro difficili da provare. Il problema delle agenzie di rating si è posto fin dal 2008, allo scoppio della crisi dei subprime. Qualche lamentela, qualche cenno a possibili interventi, poi tutto è passato nel dimenticatoio.Posto che tali agenzie di valutazione debbono poter esistere, è evidente che quello attuale, con solo tre agenzie, cioè Standard e Poor’s, Moody’s e Fitch, è un ristretto oligopolio. E ci sono in Europa e in Italia molte banche, fondi di investimento, fondi pensione e assicurazioni sulla vita che operano in modo automatico nei loro investimenti finanziari, con la valutazione fatta da queste agenzie, che non sono entità indipendenti. Esse sono proprietà di fondi di investimento e di compagnie di investimento finanziario che esercitano trading su titoli, anche con contratti a termine, cioè speculativi. Occorre pertanto avere una agenzia di rating europea di natura indipendente.E occorrerebbe stabilire, comunque, che le valutazioni delle agenzie di rating non possono avere valore automatico per i soggetti che fanno investimenti istituzionali. Le decisioni di carattere automatico o semi automatico prese in base a queste valutazioni dovrebbero comportano  indagini da parte delle autorità di vigilanza, in quanto di fatto danno luogo a comportamenti collusivi, che possono costituire una manipolazione dei mercati. Dietro questa operazione c’è anche una guerra del dollaro all’euro, da parte del mondo finanziario degli USA. Non credo che il governo americano ne sia contento e che sia contento di quanto è accaduto, perché il deprezzamento dell’euro non conviene tanto all’economia americana e una crisi europea ha conseguenze negative per l’economia mondiale.Ma la finanza degli Usa – e in parte quella inglese – si sta infilando fra tra le divisioni che esistono tra gli stati europei allo scopo di fra crollare l’euro. Gli investitori in dollari hanno visto che due grandi stati europei hanno una linea, altri hanno un’altra linea. Stanno osservando un’Europa divisa, spaccata e che non riesce mai a reagire prontamente. A questo punto, come è scritto nelle regole della “guerra finanziaria”, loro si sono infilati con tutta la loro forza. Questa guerra ci sovrasta e ne dobbiamo tenere conto anche in relazione alla valutazione del   governo Monti. Il governo dei tecnici è arrivato al potere dopo una lunghissima campagna mediatica, ben orchestrata e tambureggiante, in sostituzione del Governo Berlusconi.Lasciamo per un attimo perdere la manovra, la “pezza” che Monti ci ha messo. Alla fine, dopo due mesi e mezzo, questo governo riceve un rating negativo, pur nei modi criticabili che abbiamo detto, che è di due volte inferiore a quello del Governo Berlusconi. Cioè le valutazioni di oggi sono ancora più negative. Del resto, si era compreso subito che Monti non poteva riuscire a fare più degli altri. E probabilmente anche gli italiani si sono resi conto che non può fare dei “miracoli”. In più, nell’azione del Governo ci sono segnali di retromarcia. Penso alle liberalizzazioni. Non si fa la liberalizzazione della rete stradale, postale, ferroviaria, telefonica sulla banda larga,consentendo l’uso della rete Telecom per costruire una rete nazionale, con servizio universale e si fa invece quella dei taxi.Si liberalizza la professione degli avvocati, con regole in gran parte accettabili, ma ci si dimentica di abolire il monopolio dell’ordine dei giornalisti. E soprattutto si fa macchina indietro sulla liberalizzazione del mercato del lavoro mediante i contratti aziendali e sulla regolamentazione delle opere pubbliche e dell’urbanistica. La questione del lavoro è la più grave perché l’aver spostato il tema al livello nazionale ha creato problemi anche con i sindacati e di conseguenza ne ha creati con la Fiat. Noi rischiamo di giocarci la Fiat, con questo ribadire il contratto unico e le barricate sull’articolo 18. Prima, con il Governo Berlusconi, si riusciva a tenere un rapporto con Cisl e Uil, adesso mi sembra che tutto si sia spostato.D’altra parte se il problema è essere credibili per i mercati e non necessariamente per Angela Merkel, Nicolas Sarkozy (degradato) e Olli Rhen liberal-benesserista come i bocconiani di Voce Info ed Elsa Fornero. Il governo tecnico guidato da Monti dopo questo declassamento ha perso alcune ragioni per arrivare alla fine della legislatura. E assieme alla questione delle agenzie di rating c’è un altro aspetto che comporta una serie verifica al riguardo.Guardando in controluce il “caso Cosentino” si constata che senza parte del voto leghista e senza il voto radicale, Cosentino sarebbe finito in carcere in base a un esile insieme di indizi. Il fatto grave è che l’Udc e il Pd, che sorreggono il governo Mondi assieme al Pdl hanno votato a favore dell’arresto, che non è avvenuto solo perché alcuni dell’opposizione si sono opposti. Non vorrei che si ripetesse l’epoca del ‘92-‘93 in cui  occorre mandare in carcere un po’ di persone, di una certa area, per poi passare dal governo tecnico a quello politico dell’area a cui non si indirizzano gli arresti.Una piccola postilla,come mai per l’Europa, la Merkel e Sarkozy  la manovra Monti è perfetta e per Moody’s no?Semplice i tre moschettieri stanno cercando di creare un gruppo solido di potere a spese dei cittadini!http://feeds.feedburner.com/blogspot/sHlyJTags: assicurazioni, Auto, banche, crisi, economia fallimentare, fornero, Governo, lavoro, leggi contro l'economia, mir, pdl, politica, Politica europea, politica fallimentare, sindacati

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