E’ la preoccupazione del possesso che, più di ogni altra cosa, impedisce agli uomini di vivere liberamente e nobilmente.
~ Bertrand Russell~
Ordine, disordine … a ognuno il suo … ci sono persone che non escono di casa se non hanno passato la velina sul pavimento, altre che definiscono il loro un “disordine ordinato”, altre ancora che dietro l’apparente ordine nascondono dentro gli armadi un “caos calmo”.
Certo è che la nostra società ci spinge a comprare in continuazione, per soddisfare la sete di possesso, che dovrebbe soddisfa
re un desiderio più o meno conscio di felicità. Il desiderio irrefrenabile all'acquisto, alla fine satura l'ambiente domestico e ridimensiona la creatività, rendendoci comunque infelici.
Oggi voglio parlarti di uno stile di vita, il decluttering (dal termine anglossassone cluttering, ovvero confusione). “Decluttering” è un neologismo abbastanza intuitivo: significa fare piazza pulita (letteralmente!) del disordinato, dell’ammassato, di tutto il ‘clutter’ (spazzatura) che ci circonda.
E’ l’arte di “mettere in ordine”al fine di vivere meglio.
Il decluttering è soprattutto un atteggiamento mentale. Viene infatti consigliato per ritrovare appunto i propri spazi e riprendere in mano le redini della quotidianità sbarazzandosi di oggetti "parassiti". Non si tratta dunque di rinunciare al superfluo, perché chi ha stabilito che il superfluo è dannoso? Una rosa del deserto è superflua per la mia esistenza, ma abbellisce la libreria e mi dà piacere ogni volta che entro nella stanza perché mi ricorda i miei viaggi..
Ma perché è così importante sbarazzarci delle cose inutili? Semplice, gli oggetti inutili ci “rubano” spazio vitale e ci legano al passato.
I benefici sono molteplici:
Consente di riconoscere i nostri veri bisogni, perché magari capiamo che determinati oggetti di cui non ci liberavamo servivano solo a colmare dei vuoti interiori
Migliora la salute, dalla stipsi all’asma, fino ai dolori articolari.
Genera energia positiva perché un locale sgombro e pulito invoglia a creare e a riflettere
Permette di lasciarsi alle spalle il passato, facendo posto a nuove idee ed esperienze; i ricordi possono essere mantenuti anche dentro di noi, ma le cianfrusaglie alimentano solo il passato.
Le domande da porsi riguardo ogni singola cosa sono :
Mi è utile?
La amo?
Mi piace davvero?
Se le risposte sono titubanti o addirittura negative, secondo il decluttering scatta la gita al cassonetto.
Gli abiti nell'armadio: quanti non ne indossate da un anno? Via!, Caritas, portinaia o simili.
Vade retro soprammobili e bomboniere, regali sbagliati, libri non amati, scarpe scomode quantunque nuovissime: cosa state a fare nel mio spazio vitale? A cosa servite se non ad accumular polvere e soffocare la mia creatività?
Procedere a piccoli passi
Per iniziare a sentirsi più liberi e leggeri non è necessario svuotare completamente la casa ma si può procedere per gradi.
1) Non bisogna mai nascondersi dietro al “potrebbe essere ancora utile”, perché il disordine nasce da un attaccamento morboso alle cose che ci circondano e ci allontana dal benessere.
2) Con un bloc notes e una penna bisogna elencare le zone critiche, cioè quelle più soggette ad essere invase da nuovi arrivi (armadi, librerie, ingresso).
3) Quando si passa alla cernita delle cose da eliminare o da tenere, bisogna evitare di accumulare pile di oggetti con la scusa di decidere più tardi. Gli oggetti vanno tenuti o buttati immediatamente!
4) Non è necessario portare a termine tutto in un week end, ma meglio seguire i propri ritmi personali. Non esistono scadenze, se non quelle imposte dalla voglia di vivere con leggerezza.
Insomma, iniziamo a far posto fuori e dentro di noi!