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Decorazioni della volta del vecchio vescovado di Fidenza

Creato il 21 ottobre 2011 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

Decorazioni della volta del vecchio vescovado di Fidenza

decorazioni della volta raffiguranti San Giuseppe
 in gloria tra gli angeli del cielo


Da una rara serie di cartoline postali degli anni '20, appartenente alla Collezione Mauro Bandini e pubblicata di recente da Mirella Capretti, possiamo vedere come si presentava, all'esterno ma anche internamente, il Seminario Vescovile di Borgo San Donnino, prima della sua totale distruzione avvenuta durante l'ultima guerra mondiale. Ricordato come uno degli edifici più rappresentativi del Barocco fidentino, l'antico palazzo sede del seminario diocesano sorgeva accanto al Duomo, ove era stata costruito tra il 1690 e il 1704 dall'architetto don Francesco Callegari, lo stesso progettista del santuario mariano di Madonna dei Prati.

Decorazioni della volta del vecchio vescovado di Fidenza

Borgo San Donnino (Fidenza) Palazzo Vescovile
Il palazzo, in parte distrutto dai bombardamenti nel corso della seconda
guerra mondiale, è stato poi totalmente demolito nel dopoguerra.

La sorpresa maggiore è data, a mio avviso, da una delle cartoline che riproduce integralmente le decorazioni della volta raffiguranti San Giuseppe in gloria tra gli angeli del cielo, altra opera documentata (1714) ma perduta del pittore borghigiano Antonio Maria Formaiaroli. Le analogie tra queste pitture e il suo unico ciclo affrescato ancora esistente (la finta cupola del santuario della parrocchiale di Santa Maria Annunziata con l'Eterno Padre che ordina a san Michele Arcangelo di recare l'annuncio a Maria Vergine, i quattro profeti biblici dei pennacchi e la Madonna dei Disciplinati, eseguito probabilmente verso il 1730) sono molto evidenti sul piano compositivo, nei panneggi svolazzanti e soprattutto nelle aeree figure degli angeli, chiaramente ispirate alla tradizione emiliana, ma anche alle coeve decorazioni delle sale dell'ex collegio gesuitico di Borgo San Donnino, eseguite dal sabaudo fratel Giuseppe Barbieri (1646-1733) al quale Formaiaroli procura nel 1712 smalti e colori acquistati presso la spezieria di Andrea Omati. Forse fu proprio sulla base di questa labile traccia documentaria che la critica ottocentesca ritenne di poter assegnare al pittore fidentino le vivaci rappresentazioni degli angeli musicanti che rallegrano le settecentesche cantorie lignee della chiesa dedicata alla Gran Madre di Dio (confr.: Scarabelli-Zunti). L'attività di Formaiaroli è testimoniata anche da un bellissimo disegno a sanguigna della Palatina di Parma, che costituisce l'impegnativo bozzetto del dipinto già esistente nell'oratorio di san Giorgio, raffigurante san Pietro che visita in carcere Sant'Agata. Altre opere cui accennano le fonti locali non sono al momento rintracciabili. come la pala dell'oratorio dei Cinturati presso l'ex chiesa agostiniana di San Pietro apostolo (di cui si ha notizia nel 1714) e il quadro raffigurante la "Beata Vergine, San Giuseppe e Sant'Antonio" dipinto per i Cappuccini di Borgo nel 1726. All'elenco delle opere disperse possiamo aggiungere sulla scorta dello Scarabelli un "bellissimo" Sant'Antonio da Padova eseguito per i Cappuccini di San Secondo parmense, nel cui convento l'autore aveva realizzato anche un ciclo istoriato dedicato a San Francesco d'Assisi. Guglielmo Ponzi Articolo pubblicato dal settimanale della Diocesi di Fidenza Il Risveglio del 21 ottobre 2011

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