Avevo nel mio bagaglio cinematografico una grave lacuna… ora colmata.
Il titolo italiano di Deep Throat è La vera gola profonda (una questione di titoli rubati dopo il successo americano del film di Gerard Damiano).
E La vera gola profonda fu davvero un successo senza precedenti per il mondo del porno (perchè in fondo di un porno si tratta) – ne avevamo già parlato quando Damiano (che peraltro firma il film come Jerry Gerard) mori.
Linda Lovelace, che interpreta se stessa, vive il sesso liberamente con l’amica Jenny. Solo che in vita sua non ha mai provato un orgasmo… e senza orgasmo non riesce ad amare veramente il fidanzato Calogero.
Così l’amica, dopo vari tentativi, le consiglia di rivolgersi al dott. Young, famoso sessuologo.
Ed il curioso personaggio scopre in breve tempo che la ragazza ha il clitoride in fondo alla gola, quindi la soluzione al problema è semplice: servono almeno 30 centimetri… diciamo per via orale.
Linda è al settimo cielo e accetta anche la proposta di Young di entrare a far parte del suo staff col compito di risolvere (con interventi pratici) i problemi sessuali dei suoi pazienti.
Deep Throath è a tutti gli effetti un film porno, perchè nell’ora di durata le scene di sesso esplicito copriranno circa l’80% del tempo, ma è un porno decisamente diverso.
Non mi spingo a dire che sia particolarmente elegante, ma è senza dubbio sorprendente per ironia e libertà.
I titoli sono accompagnati dall’Inno alla gioia, che mi sembra il simbolo corretto di quello che sarà il film: nient’altro che la ricerca della felicità.
E la musica ha davvero un grosso ruolo nel film, visto che tutte le scene di sesso sono accompagnate da temi musicali davvero degni, invece dei classici mugolii da soddisfazione sessuale.
E la forza di Deep Throat è anche l’ironia.
Il personaggio del dott. Young, interpretato da un istrionico Harry Reems, è folle, curioso e davvero divertente.
E splendido proprio per ironia è il montaggio della sequenza in cui è il dottore stesso (spossato per il troppo sesso) ad essere curato dalla Lovelace e da Carol Connors… naturalmente a colpi di sesso.
Un montaggio serratissimo, accompagnato da musiche quasi da circo.
Come pure è simpatica la rappresentazione con campane e fuochi d’artificio del tanto atteso orgasmo di Linda a seguito del profondo pompino.
Chiudo riportandovi il testo (a sua volta un gioco della Vanguard Films) con cui il film si apre.
Sigmund Freud, nel suo libro “Tre contributi alla teoria del sesso” parla delle fantasie e delle anomalie dei disturbi del sesso.
La sua teoria è che la vita passa tre fasi. Orale, anale e fallica, e che il sesso si muove sempre intorno ad una di queste fasi.
Questo film illustra il prodigioso metodo seguito da uno psichiatra per curare una paziente utilizzando una particolare terapia per farle superare la sua anomalia.
Le fasi di questa suggestiva terapia vengono illustrate dall’evoluzione sessuale della paziente. Esse sono basate sulle favole di Whilem Jensen e della famosa Gradiva.
Ma state tranquilli, abbiamo solo voluto scherzare.
Vanguard Films