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Defibrillatore santo subito!

Creato il 23 aprile 2012 da Lalogicamente @LaLogicaMente

La morte del giocatore Piermario Morosini durante un incontro di calcio ha richiamato l'attenzione sull'unico e vero problema che sta alla base della intera triste vicenda: la mancanza del defibrillatore in campo.

Sono tutti unanimamente d'accordo sul fermare tutte le partite, e magistralmente d'accordo che non solo è assolutamente necessario installare un defibrillatore ovunque si giochi una normalissima partita a pallone, ma addirittura che è quasi scandaloso che tutto ciò non sia ancora stato fatto, in virtù delle numerose morti sul campo da gioco. La FIGC, sull'onda di queste quantomai doverose critiche, ha quindi predisposto che tutte le squadre, dalla Lega Pro in su, dovessero attrezzarsene all'istante, pena l'impossibilità di proclamare il fischio d'inizio. (Esempio di sostenitore del defibrillatore)

Premettendo che nella procedura per risolvere il problema si riconosca il tipico marchio italiano: accade il fattaccio, mi lamento e mi scandalizzo, ma prima non ci avevo pensato! - l'intera vicenda ha del grottesco.

Anzitutto, le morti in campo sono un fenomeno più unico che raro: secondo una ricerca ( Per approfondire) i casi da segnalare dal 1969 ad oggi sono 33, vuol dire 1,33 all'anno, facciamo anche 3, o anche 10, per includere eventuali casi tralasciati; ma considerando tutte le manifestazioni sportive (non solo calcio!) e in TUTTO il mondo. Ora, considerando che ogni anno si verifica un numero incalcolabile di eventi sportivi in tutto il globo (provate a fare mente locale!), si capisce come 10 all'anno sia veramente un numero ridicolo, da non prendere neanche in considerazione.

Inoltre, per il giocatore Morosini, gli esperti concordano sul fatto che la morte poteva avvenire in campo come sulle scale di casa sua (quindi fatalità), e soprattutto che aveva di suo alcune anomalie cardiache di natura ereditaria.

Utilizzando la stessa brillante logica dalla FIGC, anche le autoritò italiane dovrebbero allora adottare la stessa geniale soluzione, garantendo in tutti gli spazi pubblici (come centri commerciali, negozi, parchi giochi, stazioni, metropolitane e aeroporti, tutte le strutture sportive, ma soprattutto fabbriche e ambienti lavorativi) la presenza del famigerato defibrillatore.

Il problema è che il caso Morosini ha avuto la sfortuna (o fortuna?) di essere accaduta davanti alle telecamere e aver avuto ampia visibilità: di fronte a tutte le altre morti "non acclamate" dovute ad arresti cardiaci, la logica conclusione (a patto di aver sostenuto adeguatamente le visite mediche) non può che essere ricondotta ad una fatalità.

Un'ambulanza pronta ad un rapido ed efficace intervento, ed eventualmente un centro medico nelle vicinanze, è quindi più che sufficiente per un campo di pallone. Quindi, cari fan dei defibrillatori, lasciamo da parte l'ipocrisia, e pensiamo ai veri problemi dello sport, quelli che persistono da tempo, non quelli che, passata la bufera, ritornano mestamente nel dimenticatoio.

Defibrillatore santo subito!

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