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Dopo quasi sessanta anni dalla “creazione” del disturbo di attenzione e iperattività, conosciuto anche come ADHD, che ha interessato negli anni migliaia di bambini e, a seguire, genitori, educatori, psicologi, terapeuti e ovviamente industrie farmaceutiche, veniamo a sapere dallo stesso psichiatra americano Leon Eisenberg che ne parlò per la prima volta negli anni ’60, che questo disturbo era una “bufala”, per dirla in termini popolar-gentili. Infatti, pare che lo psichiatra, poco prima di morire, abbia svelato al mondo la sua reale opinione su questo “disturbo” (termine infelice a priori) che personalmente ho sempre definito “vitalità” piuttosto che iperattività… da curare. Per anni ha giustificato la mancanza di competenze genitoriali e, ancora di più, di desiderio di cura e attenzione di genitori verso figli probabilmente più svegli della norma; ha risposto alla difficoltà di sistemi educativi e scolastici nel far fronte a questi piccoli esseri umani in crescita, desiderosi di più stimoli e di un’attenzione diversa da quella del “branco”; ma in compenso ha dato lavoro a molti terapeuti e soprattutto ha prodotto tanta ricchezza ai creatori e fornitori di una moltitudine di prodotti farmaceutici ad hoc.
Mi chiedo ora che ne sarà di questi bimbi che hanno perso all’improvviso la loro “identità sociale” e l’attenzione speciale alla loro vita da parte del mondo… Sappiamo che l’energia non si distrugge, ma si trasforma. Dunque, possiamo ipotizzare vari risvolti possibili, non certo tutti a favore di questi esseri umani che hanno voglia di crescere, come e forse più degli altri. Se gli adulti sono come l'arco che può porta i bambini verso il domani, cominciamo, ad esempio, col chiedere un pò di più a loro stessi cosa vogliono e dove vogliono andare...Nel contempo, mi auguro che questo caso ridesti la consapevolezza di quanti scelgono, a volte con leggerezza, di creare e/o prendersi cura di altre vite. Il nostro pensiero crea. Quindi, cosi come è capace di creare “malattia”, riesce a creare anche salute, guarigione e benessere. Ed è quello che scrivo anche nel mio libro “La malattia non esiste”. Leggetelo!
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