La voce guida fa da sfondo al mio viaggio – a dir poco emozionante – cavolo, com’è vero che in aereo mandano annunci ogni cinque minuti che neanche a Chi l’ha visto.
Fanno venire i capogiri. O per tenerti sveglio, o per non farti pensare al volo, ma anche per non farti godere il panorama dal finestrino che appena ti giri a guardare e a fantasticare sulle nuvole, ecco il campanello.
- Din don!
– sì?
– la novità di oggi sono gratta e vinci, cotolette, pasta alla carbonara, bevande calde…
E giusto per farli contenti chiami la prima hostess disponibile, in perenne attesa lungo il corridoio.
- Vorrei prendere qualcosa al volo!
Sul bus dalla stazione all’aeroporto quattro ragazze – del sud – si confrontano sul loro futuro prossimo.
Studiano, ma nel frattempo fanno esperienze lavorative all’estero, si tengono impegnate appena possono.
Avrebbero potuto accontentarsi del nord, ma sono ambiziose, e puntano in alto.
Hanno il mese pieno di voli e treni. Ridono tutte e quattro, sono inevitabilmente contente. Chiunque si ferma ad ascoltarle, sorride. Rido anch’io perché come loro progetto: faccio un giro di chiamate, organizzo il prossimo volo, forse a Milano, prima tornerò a Ferrara, ma per il momento spengo la luce della camera da letto e vado a dormire.
Andare a piedi col trolley non è la fine del mondo, ma dal b&b alla facoltà prendendo le strade secondarie non avrei beccato un bus, e poi – bus, bus – preferisco andare a piedi, come le anziane della mia città che vanno a fare la spesa a piedi, guai a farsi dare un passaggio dai nipoti, dai figli, o addirittura dagli sconosciuti.
Tratto da: Diario di bordo.