Chiariamo cosa si intende per abitazione principale e le differenze che esistono tra questo concetto la residenza anagrafica, il domicilio fiscale per fornire alcuni importanti chiarimenti essendo tale definizione rilevante ai fini della fruizione di tantissimi benefici e/o agevolazioni fiscali.
Tantissimi sono infatti le agevolazioni fiscali come per esempio la detrazione degli interessi passivi sull'abitazione principale ho le varie detrazioni fini del pagamento o esenzione dell'IMU, TASI, o affini. La stessa Irpef consente una detrazione pari a la rendita catastale derivante dall'abitazione principale.
Ma come avremo modo di verificare la definizione di abitazione principale abbraccia anche diverse fattispecie più particolari.
Definizione abitazione principale
Il testo unico delle imposte sui redditi al suo interno ha una propria definizione di abitazione principale e più precisamente si intende quell'immobile di proprietà della persona fisica quante che la dimora abitualmente. Ma non solo in quanto sarà considerata tale anche nell'ipotesi in cui sia innamorata abitualmente solamente dei suoi familiari.
L' articolo 15 del Tuir recita infatti che " Per abitazione principale si intende quella nella quale il contribuente o i suoi familiari dimorano abitualmente. La detrazione spetta non oltre il periodo d'imposta nel corso del quale e' variata la dimora abituale; non si tiene conto delle variazioni dipendenti da trasferimenti per motivi di lavoro. Non si tiene conto, altresi', delle variazioni dipendenti da ricoveri permanenti in istituti di ricovero o sanitari, a condizione che l'unita' immobiliare non risulti locata."
Introduciamo importanti concetti che sono quelli della dimora abituale e dei familiari del proprietario dell'immobile o della casa dell'appartamento o del fabbricato.
Per vivere abituale dobbiamo pensare quella circostanza che viene edificata allorquando ci siano degli elementi oggettivi per verificare una persona effettivamente viva all'interno di una determinata abitazioni e che vede prima tra tutti l'intestazione di utenze come luce gas telefono acqua come pre requisito formale e un effettivo consumo che sia ragionevole per chi dovesse abitare quell'immobile realmente.
In sintesi quindi per dimostrare che dimora abitualmente non sarà sufficiente solamente la residenza anagrafica ossia quella che io passo rintracciare attraverso una misura catastale nel soggetto che voglio verificare ma che sia anche avvalorata da elementi oggettivi che manifestano anche in maniera ragionevole l'effettiva dimora del soggetto in quello stabile per cui se dovessi verificare dimora effettivamente in una casa andrei a verificare che ci siano dei consumi ragionevoli di luce e gas che le utenze intestate effettivamente a ritirare del mobile.
Estensione ai familiari del proprietario di casa
Secondo concetto riguarda quello dell'estensione della definizione di abitazione principale anche ai familiari del proprietario di casa secondo cui anche laddove voi non abitiate casa ma vi dimorino i vostri familiari della casa per voi sarà considerata come abitazione principale. Ma che sono allora i vostri familiari?
Saranno considerati tali prima di tutto il coniuge, i figli, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado. Per conoscere calcolare chi sono questi parenti italiano dedicato al calcolo del grado di parentela. Non vi immaginate nessun algoritmo particolare ma solamente rappresenta un chiarimento per capire chi è per voi vostro cliente vostro zio e nonno o cognato.
Nel caso di separazione tra coniugi legale, anche il coniuge separato, finché non interviene l'annotazione della sentenza di divorzio, rientra tra i familiari del proprietario di casa mentre diverso è il caso del divorzio. In caso di divorzio, al coniuge che ha trasferito la propria dimora abituale spetta comunque la detrazione per la quota di competenza, se nell'immobile hanno la propria dimora abituale i suoi familiari.
La dimora abituale
La dimora abituale generalmente coincide con la residenza anagrafica ma come avete avuto modo di vedere attiene all'aspetto sostanziale dell'abitazione mentre quello della residenza soddisfa l'aspetto formale. Sicuramente non si potranno avere più abitazioni principali nello stesso momento a meno che non vi abbiano dato il dono dell'ubiquità. Vedrete che questo concetto è stato fondamentale da sempre per l'agenzia delle entrate per disconoscere molte agevolazioni fiscali sulle seconde case: spesso infatti accadeva, anche se oggi, sempre meno, che tutti si compravano casa al mare e dicevano che vivevano li per fruire delle minori tassazioni e il legislatore e l'agenzia delle entrate disconosceva questo perché chiedeva prova delle bollette durante i mesi invernali.
La residenza anagrafica
Appare subito evidente quindi quali sia la differenza rispetto al concetto di residenza anagrafica che soddisfa solamente un aspetto puramente formale ossia quello di iscrizione nei pubblici registri o analisi catastale. Come quando cambiate abitazione effettuare il cambio di residenza verso ai vigili urbani che successivamente vi invieranno la comunicazione verranno a verificare l'effettiva vostra dimora abituale ossia se abitate effettivamente la casa. A tal proposito vi segnalo l'articolo di approfondimento dichiarato ai criteri per stabilire la residenza fiscale delle persone fisiche
Il domicilio fiscale
Altro elemento da aggiungere per tracciare il quadro di queste definizioni è quello di domicilio fiscale dall'articolo 43 del codice civile che afferma essere il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari ed interessi personali e patrimoniali e prescinde dalla reale presenza fisica del soggetto in quel determinato luogo. Per esempio è considerato residente in Italia il soggetto che pur avendo trasferito la propria sede di lavoro fuori dall'Italia mantiene in Italia i propri legami familiari o il centro dei propri interessi patrimoniali e sociali.
Essendo un concetto che ha valenza spesso per le persone o contribuenti che dimorano, lavorano o risiedono all'estero potete leggere l'articolo dedicato proprio al domicilio fiscale dei residenti in Italia o all'estero.
Per esempio le agevolazioni sulla prima casa non si fa riferimento all'abitazione principale ma alla residenza anagrafica da trasferirsi entro 12 mesi dalla data del rogito ma la casa dovrà anche essere destinata all'abitazione principale.
Ai fini della detrazione degli interessi passivi sul mutuo invece si fa riferimento alla abitazione principale, così come nel caso della nuova esenzione IMU e TASI introdotta con la Legge di stabilità 2016.
Fattispecie particolari
Premesso che avete una fantasia enorme nella costruzione dei più variegati casi osservabili nel diritto tributario esistono alcune fattispecie che sono state affrontate da parte dell'agenzia delle entrate e che posso riportarvi per fornire alcune risposte alle vostre domande o dare alcuni chiarimenti.
Nel caso di detrazione fiscale di interessi sul mutuo la nozione di abitazione principale deve essere sempre riferita a colui che chiede la detrazione; nel caso in cui un genitore cede l'uso della propria abitazione principale al figlio, andando ad abitare in un'altra casa di sua proprietà, è quest'ultimo immobile che diventa abitazione principale, mentre quella ceduta in uso al figlio perde questa qualifica.
Se il genitore, invece, va ad abitare in una casa che prende in affitto, l'immobile occupato dal figlio non perde la qualifica di abitazione principale ed il genitore conserva il diritto alla detrazione degli interessi passivi.
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