E che commentibellissimi. Seavessi non ha bisogno di google Analytics per sapere che il suoblog viene letto da gente meravigliosa.In particolare, mi èrimasto impresso un commento di PdC, e cioè che è anche questo tipo di paura arenderci vivi.La paura ci rendevivi? Mah. Forse.Ma Seavessicontinuava a rimuginarci, e alla fine ha capito cosa intendeva PdC (Seavessic’ha i suoi tempi, come il carbonio 14).Il senso, forse, erache a renderci vivi, in un certo senso a definirci, sono queste caratteristicheche sembrano secondarie.
La sapete quellabella storia del professore che fa una lezione e spiega che nel barattolo dellatua vita ci vanno prima i sassi grossi, famiglia amore lavoro salute, poi isassi più piccoli, poi la ghiaia e solo alla fine la sabbia, e sopra tutto c’èancora spazio per una birra?
Il senso è piuttostoovvio, occhio alle priorità che ti dai perché non puoi impazzire per tutto.Ma forse forse c’èun secondo senso, più sottile , o forse se lo sta inventando Seavessi anchealla luce di una piccola, piccola avventura che sta vivendo in questi giorni, eva bene lo stesso.
Il senso è che senzala sabbia (e la birra) il barattolo non è pieno. Non puoi riempire il barattolosolo con sassi grossissimi, perché più son pochi e grossi i sassi che ci mettipiù nel barattolo rimarrà spazio vuoto.La sabbia èimportante quanto i sassi, perché se nessuno vuole una vita piena di fuffa,altrettanto spiacevole può essere una vita piena di spazi vuoti.
Da mamme, dagenitori (Doug, sai che non ho capito se hai figli?) questo senso secondario diuna storiella carina diventa molto importante, perché i fetentissimi pargoli,per quanto tu t’ammazzi a dare un esempio vivente di onestà amore laboriositàrava e fava, tendono a ricordarsi piuttosto quella volta che hai spiaccicato diuovo malcotto il pavimento della cucina cercando di imitare Ravaioli.E non dite che non èvero. Amiamo i nostri genitori perché sono belle persone, ma infinitamente dipiù perché ci hanno portati al mare in pieno inverno e si sono inzuppati ijeans con noi ridendo come pazzi.
Del resto.
Vi ricordate quandoavevate 15 anni (tu Lucy lascia perdere ché 15 anni li avevi un quarto d’orafa) e amavate alla follia boh, una take that a caso?Quanto vi piacevasapere che al tiziocaio in questione piacevano i gatti di peluche piuttosto chele anaconde di gommapiuma, la pasta con le sarde piuttosto che il polpettone?Perché, consapevolmente o meno, abbiamo l’impressione che le persone sianodefinite dai dettagli piccoli, quelli che sembrano superflui.
Del resto ilconcetto di definizione è proprioquesto, no?
E voi, cosa vi definisce?
Disse Seavessi,mentre meditava che l’Infanta ha giusto giusto l’età per essere portata allostadio a cantare.
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