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Deglutire:…è davvero così semplice?

Da Massimo Silvano Galli @msgdixit
Deglutire:…è davvero così semplice?
Se provassimo a chiederci se sappiamo deglutire nel modo corretto probabilmente la maggior parte delle risposte sarebbe affermativa: tutti noi sappiamo prendere una boccone, masticarlo e mandare giù per continuare il pasto col boccone successivo. Eppure è proprio in quel “mandar giù”, che sembra così semplice e scontato, che si concentrano i passaggi principali della deglutizione.
Ma partiamo dall’inizio…
Deglutire è una delle azioni che compiamo inconsapevolmente fin da piccolini.
Il lattante, che assume cibo liquido attraverso il seno materno o il biberon, durante l’atto deglutitorio sporge lievemente la lingua tra le gengive prive di denti e stringe le labbra per creare all'interno della bocca una pressione negativa che gli permette di ingoiare il latte. La tettarella del biberon e il seno materno sono appoggiati sulla lingua, che compie un movimento in avanti per agevolare la deglutizione. Questa si chiama deglutizione infantile.
Nel corso della sua crescita il bambino però modifica il suo modo di deglutire in base al tipo di alimentazione e al modo di nutrirsi: col passaggio ai cibi solidi, dopo aver masticato chiude la bocca, serrando le labbra e i denti. La lingua si appoggia in una zona particolare del palato, chiamata "papilla palatina" e localizzata pochi millimetri dietro ai denti incisivi superiori, dopo di che dirige il cibo contro il palato e verso la gola, con un movimento di spinta anteroposteriore. Questa viene definita deglutizione adulta.
In genere il passaggio dalla deglutizione infantile a quella adulta avviene attorno ai sette-otto anni, ma molti bambini mantengono la deglutizione infantile oltre il periodo considerato normale. Si parla in questi casi di deglutizione atipica infantile.
Possono essere diverse le cause che portano al permanere di questa modalità deglutitoria. Tra queste possiamo individuare:
- l’uso protratto del biberon o del ciuccio, che porta il bambino a mantenere il movimento di suzione, tipico del lattante;
- le abitudini viziate, come il succhiamento del pollice e il rosicchiamento delle unghie;
- le affezioni del cavo nasale, come riniti ricorrenti o croniche, sinusiti, ipertrofia delle adenoidi o dei turbinati. Tutte queste infezioni obbligano il bambino a respirare a bocca aperta. La respirazione di tipo orale impedisce la corretta chiusura delle arcate dentarie e di conseguenza la lingua tende a stare in basso, appoggiata ai denti e a muoversi in avanti ad ogni atto deglutitorio;
- ostruzione nasale temporanea, dolore di denti al contatto tra loro, condizioni in cui la bocca è obbligata a stare aperta. Queste occasioni particolari si verificano maggiormente negli adulti, che tornano a deglutire in modo infantile.
Ma che cosa effettivamente comporta deglutire in modo errato?
Il bambino con deglutizione atipica deglutisce spingendo la lingua tra o contro i denti anteriori, contraendo i muscoli delle labbra e del mento, mentre i masseteri rimangono inattivi in quanto i molari non vengono chiusi. Questa abitudine può portare importanti modificazioni dello sviluppo del palato, delle arcate dentarie e della posizione dei denti, pertanto alla terapia logopedica bisognerà affiancare quella odontoiatrica.
Inoltre anche la pronuncia di alcuni fonemi può essere influenzata da una deglutizione atipica infantile, in quanto la lingua si interpone tra i denti anche durante l'articolazione dei suoni, producendo così fonemi interdentali che incidono poi sull’eloquio.
In questi casi è necessario iniziare un percorso di rieducazione logopedica, partendo ove possibile, con la rimozione delle cause che ne hanno determinato l'insorgenza. Se sono presenti abitudini viziate sarà utile spiegare al bambino i problemi che esse possono causare e trovare, insieme a lui, il modo migliore per eliminare queste abitudini.
La deglutizione è un atto involontario, ma attraverso il trattamento logopedico si procederà rendendo tutti i movimenti dei muscoli implicati volontari, al fine di correggerli e allenarli per trasformarli successivamente in automatici e inconsci.

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