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Dei cani dell’amore di Daniele Miglio

Creato il 02 settembre 2011 da Edizionialtravista

Con “Dei cani dell’amore” opera prima di Daniele Miglio, il poeta intende intraprendere un percorso di gestazione che tiene insieme dei frammenti di vita. Il filo che collega questi momenti vuole essere un tracciato tra quell’elemento che tradizionalmente si chiama “anima” e l’esistenza quotidiana di un ragazzo che vive in una provincia asfittica per il suo sentire.

Lo stile della scrittura è un possedere le parole nel ritmo della loro nudità, nella loro nichilistica e divina materialità, nel loro sfiorare nuove percezioni sensoriali: una corrente di sinestesie come metodo d’accesso a una verità che non si da se non nell’immediatezza; le parole diventano un personale certificato di nascita in un tempo del quale non è possibile delineare i confini. La poesia nasce e cresce, assurgendo a stigmate di una vita che trapassa senza volerlo i limiti dell’io e dilaga a macchia d’olio in una terra dove regnano sovrani Rabbia e Amore.

E come si trova scritto sulla quarta di copertina del libro: “In fondo l’amore non è altro che una divinità dal volto cagnesco, affettuosa e complice, rabbiosa e ululante. Un’emozione che si cerca come la compagnia di un cane, un sentimento che nell’innocenza ti possiede e come un dio è capace a lasciarti solo.”


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