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Dei colloqui di lavoro e degli “outfit” perfetti

Da Rory

Dei colloqui di lavoro e degli “outfit” perfetti

Questa foto vince proprio l’award della foto più bimbominkia dell’anno… però vabbè, perdonatemi ma rendeva l’idea.

L‘altro giorno, durante una di quelle mie elocubrazioni, che mi fanno tanto sentire Carolina Invernizio (sic, perdonami papà), mi domandavo come mai le fescion blogger non abbiano mai inserito nei propri post un outfit adatto per un colloquio di lavoro. C’è l’outfit per il party, l’outfit per la cena col fidanzato, col nononno, col nipote, c’è l’outfit per il cocktail all’aperto, per la mostra d’arte contempornaea, per il cinema, per fumarsi una cannetta dietro l’edicola di P. del Gesù… c’è anche l’outfit per andare al funerale… ma i colloqui di lavoro? Zero, n.p. (che poi io odio la parola outfit. Mi innervosisce).

Ad ogni modo, ho coinvolto in questo pensiero Invernizievole anche le mie amiche Malvestite, infatti la cara Momo ha parlato dell’argomento sul suo blog, fornendo, tra l’altro, ottimi spunti. Ma, non contenta, mi sono rivolta alla mia giornalista di moda preferita, nonchè orgoglio tutto made in Naples della categoria, ossia AnnaPaola Merone. La mitica Anna mi ha risposto molto gentilmente e devo ammettere che i suoi consigli (che ora condivido con voi, don’t worry) mi hanno soddisfatta parecchio, soprattutto quello di tener sempre la testa alta. Ecco qui quello che mi ha scritto la mia cara collega:

A malincuore ti dico niente jeans, ma un bel paio di pantaloni di taglio sportivo, magari un po’ bassi sui fianchi e larghi al fondo, con una bella cintura. La camicia è d’obbligo, con una collana che fa capolino e direi niente giacca, ma un cardigan di piccole proporzioni o oversize, come ti senti quel giorno. Le scarpe sono rasoterra o zeppa. Niente mezze misure: non depongono mai a favore di chi le adotta. L’insieme deve essere giovane, fresco, con guizzi di tendenza. Attenzione solo a che la camicia sia una bella camicia e occhio ai colori. Io ritengo che non si deve superare la soglia dei due/tre in questi casi. Ricorda: testa alta, sguardo fermo, parlata fluida. Parla di ogni cosa ma non fermarti e non esitare.

(A proposito, come colori mi suggeriva un blu navy, un corda o un bianco, just in case). Dovete sapere che io girerei con le converse sempre e comunque. Raramente porto tacchi in situazioni lavorative, comunque sempre tacchi bassi e molto comodi. E poi mi metterei la magliettina dei Beatles anche per andare dal papa, quindi figuriamoci. Il problema, secondo me, sorge dal mio frequentare sempre ambienti molto alternativ o pseuodo tali, ricchi di musicofili e musicologi. Non posseggo giacche, pantaloni (anzi, ne ho solo uno, giuro. Ed ha anche compiuto il suo sesto anno, tra le altre cose), scarpe molto eleganti, zero. Ho avuto difficoltà a vestirmi anche in occasione dell’orale del mio esame da giornalista (e non parliamo della laurea….), proprio perché non ci sono abituata.

Ad un colloquio di lavoro si deve andare vestiti in maniera decente, sennò questo benedetto lavoro non te lo danno mica… anzi, nemmeno ti prendono in considerazione. Per parte mia, odio i tailleur. Non credo ne utilizzerò mai uno, al massimo un tailleur pantalone. Fa troppo sciura e non mi ci vedo. E poi, con quelle giacche e le mie spalle minuscole… horror solo al pensiero. Il suggerimento di Anna mi è sembrato il più giusto ed adatto a me. Un pantalone non è uno sforzo troppo grande, nemmeno una camicia (a proposito, ci credete che non ho nemmeno camicie? Assurdo. Ne ho una, maschile tra l’altro, comprata dieci anni fa. Le altre le rubacchio in giro. A pensarci ne ho solo due estive ma mi sa che si sono ristrette lavandole. Maledetta roba Zara) ed il cardigan mi libera dall’odiosa presenza della giacca. Idem per ballerine o scarpe basse, oppure zeppe: sono le uniche scarpe alte che riesco a portare quando c’è da camminare abbastanza.

Detto questo, l’idea di presentarmi con i jeans skinny, le converse, una bella maglietta di un gruppo dal nome impronunciabile (ovviamente indie) e una giacchettina slim balena ancora nella mia fragile mente. Ma resisterò! Giuro che resisterò. E poi c’è Clio make up che farà anche un trucco per un colloquio di lavoro. Mi tocca decidere solo la pettinatura (!). E voi? Come vi comportate in situazioni simili? Scrivetemi, please!


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