Magazine Diario personale

Dei saluti/1

Da Shappare
Ho il biglietto.
Ho il biglietto e so già che quest'anno sarà come quand'ero piccola e lasciare questo posto era dolore fisico, erano lacrime che nessuno poteva capire. Chissà perché piangevo.
Nessuno degli ospiti che si sono susseguiti negli anni, in casa e nel cuore, nessuno ha capito Acquacalda, né il mio amore non ricambiato.
Questo posto mi violenta accarezzandomi, mi accarezza violentandomi; è il piccolo laboratorio dei piccoli sentimenti che non so trasporre in una vita che mi sembra di costruire da tanto, senza avere ancora cominciato.
Non mi è ben chiaro perché stia scrivendo, né cosa, né a chi; non rivelo me stessa, nel blog e nel quotidiano.
Ma sono delusa.
Vorrei scrivere un post cattivo, ma sarò qui poche ore, ancora: voglio respirare la mia casa fino alle fondamenta.
L'ho vista nascere, non la lascerò alla cattiveria e ai finti sentimenti.
Non mi lascerò alle belle parole vuote d'affetto, piene di figure, di chi si guarda l'ombelico compiacendosi della propria esibita bravura;
non ci lascerò a chi sta su fragili piedistalli che comunque non gli bastano per raggiungere l'uva che ora, certo, è più facile disprezzare.
Sto ripartendo, non sto tornando. Venire qui a fine luglio è stato tornare, ché questo è il mio paese, il paese che mi fa male, da cui la mia vita mi allontana e a cui non posso che tornare.
Sono tornata, ti avevo messo in attesa, caro.
Ma tu mi aspettavi al varco, per fare i conti con quello che credevo chiuso. Però con te non si può chiudere, non si può fingere di non essere ancora persa di te, che starti lontana due anni sia stato un errore travestito di necessità.
Tu eri una notte di bouganvillee al buio, mi sono negata.
Tu eri in ginocchio a un bivio, mi sono negata.
Ma tu ti protendi dalle Rocche a San Gaetano e io non posso che darti qualche lacrima in più e la promessa del mio ritorno.
Mancano poche ore e domani sarà un post piacevole, sul viaggio con Malli.
Ma mancano poche ore ed ora torno da lui, per una granita sulla spiaggia, un bacio al pontile che presto non ci sarà più, per salutarci e ritrovarci, come sempre, noi.

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