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Ripetere le stesse cose, all'infinito. Rischiare di stancarsi, scervellarsi per dire qualcosa di nuovo che possa non dico far cambiare idea a qualcuno, questo mai, ma per lo meno far riflettere, ma niente, a saltare fuori sono sempre le solite parole indignate e desolate, perché non cambia mai niente. Questo non è pessimismo, è un puro e semplice dato di fatto. Il film di questa giornata è una replica moscia, sfibrante, avvilente. Esultiamo perché un tribunale ha ribadito che la legge è uguale per tutti, ma chi l'avrebbe mai detto, e ci deprimiamo nell'osservare un'opposizione che non fa altro che parlare di alleanze, terzi poli, correnti, spifferi, piattaforme, primarie, secondarie, terziarie, quaternarie, insomma, che non fa altro che guardarsi il pisello. Ogni tanto butta un occhio fuori, per vedere che succede, e sventola un po' la lingua per farsi vedere, ma quasi sempre la sventola nel modo sbagliato. Qualcuno mi sa dire la posizione del Pd riguardo al referendum? Nessuno in sala alza la mano, a quanto vedo. E stiamo parlando di lavoro - di lavoro, cazzo - la pietra angolare su cui dovrebbe ergersi non dico l'opposizione, ma un partito di sinistra, per la miseria. Ecco, non cambierà mai niente, il giorno in cui qualcuno porterà loro la testa di Berlusconi su un piatto, con una bella mela in bocca, inizieranno a discutere sul metodo con cui spartirsi i pezzi: facciamo alla tedesca, un maggioritario con triplo turno carpiato o una bella morra cinese? E così, mentre si confronteranno, qualcun altro soffierà via il piatto da sotto i loro nasi, qualcuno che chissà, forse sarà anche peggiore del Nano di Arcore, perché noi gli anticorpi, al contrario di quanto credeva Montanelli, non ce li facciamo mai, mai e poi mai.
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