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Del bisogno di fare macerie

Da Cuordicarciofo
Ok, provo a scrivere qualcosa. Non so se sarà qualcosa di senso compiuto. Sto scrivendo di getto, sull'onda delle emozioni del momento.
L'umore nero e la sensazione di vuoto si sono un poco attenuati, anche grazie allo scambio con voi. E dopo che i gatti nella mia testa hanno smesso di azzuffarsi ho iniziato a cercare cos'era che si teneva il mio stomaco in mano e ogni tanto gli dava una strizzatina. Così, tanto per gradire.
Il disagio viene da lontano, questo lo so.
Com'è difficile razionalizzare!
La matassa è ingarbugliata all'inverosimile. Difficile trovare il filo giusto in questo macello.
Ma è necessario. E' necessario che inizi a tirare fili finché non viene giù tutto.
O ancora meglio, dovrei iniziare a tirare giù a martellate tutto il castelletto.
Ho una gran paura però. Paura di cosa troverò una volta che avrò fatto piazza pulita intorno. Paura di lasciare andare definitivamente la me di prima.
Perché ora lo so, che non tornerà più. Già solo per il fatto che io non le permetterei mai di tornare, le mie priorità sono diverse ora.
Devo ripensarmi, completamente.
Qui arriva la parte più dura. So che molte donne e mamme lavorano. Si fa, è una gran fatica per tutti ma si fa. Poi ci ci sono certi mestieri che proprio non si conciliano con la mammitudine.
Ho provato e riprovato a far combaciare tutto, a conciliare.
L'amara realtà? Non ci riesco. O mi anniento o cambio qualcosa.
Sono brava in quello che faccio. Lo so, non dovrei dirlo io, però è una delle poche certezze che ho.
E per questo faccio così fatica a prendere certe decisioni. Poi il problema si ripresenta, a ogni emergenza, a ogni malattia di Di. Salti mortali, giorni in cui non riesco quasi a mangiare, la stanchezza che diventa padrona delle mie azioni. E divento una iena con tutti.
Quando ho aperto il blog era per cercare di far chiarezza, come sfogo. Poi piano piano, non so come ha sbloccato tante cose, ho ricominciato a disegnare. Una tenue speranza di poter creare qualcosa da poter sostituire ai ritmi frenetici del mio lavoro aveva preso piede.
Ora so che sono stata troppo ingenua, perché se c'è una cosa che proprio non so fare è autopromuovermi. Anche questa è una delle poche certezze che ho!
Però ecco una cosa l'ho fatta. La casa è in vendita e un filo l'ho tirato.
A febbraio mi scade il contratto, quindi credo che dovrò iniziare a darmi da fare. Vorrei riuscire a mettere a frutto tutti questi anni senza dover buttarmi via in ritmi di vita impossibili.
E niente. Il caos regna sovrano qui nella scatola dei carciofi, ma è venerdì e anche questa è un'altra delle poche certezze che ho!
Buon week end!

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