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Del lavoro e del tempo.

Da Wising
Del lavoro e del tempo.E' la stagione delle trasferte. Le mie.
Un vortice di treni, auto, gente da incontrare, problemi da risolvere, attese, libri da leggere, ritardi e via dicendo.
Un aspetto del mio lavoro che mi è sempre piaciuto, un po' perchè dà soddisfazione alla parte curiosa di me, un po' perchè lo stare in giro mi fa sempre pensare a tante cose. E' come avere un tempo per sè, in movimento.
Da quando c'è Cigolino, invece, mi piace meno. Non tanto per eventuale tempo sottratto a lui, ma per la qualità del tempo che poi riesco a dedicargli. Perchè sarà l'età, saranno i pensieri in più, sarà che anche quando non lavoro adesso ho più da fare, ma viaggiare mi stanca moltissimo.
Arrivo a casa, la sera, che non ho più un grammo di energia: va da sè che giocare, rotolarsi sul letto, ballare e tutte le cose che di solito faccio con lui, vengono drasticamente ridimensionate. Ecco, è questo.
Contando su doti non ancora comprovate, spiego a Cigolino che è una sera diversa, perchè mamma è stata lontano e , guarda, non riesce neppure a ballare.
Mentre blatero queste cose non mi sento perfettamente a mio agio.
Io opterei, in questi frangenti, per coccole a oltranza, quello stare tranquilli sul divano a guardare cartoni o sentire musica. Cigolino, ovviamente, non è dello stesso avviso per cui finisce che, mentre aspettiamo papà, io sono per terra a fare il cavallo, o lui gira vorticoso per casa con i bastone dello swiffer e io dietro ad evitare che abbatta ciò che trova sulla sua strada.  C'è da dire che ci divertiamo e in parte della stanchezza mi dimentico. Se poi come ieri, dopo una giornata in treno, mi accoglie battendo le mani e venendomi incontro col suo passo già sicuro, della stanchezza, in fondo.
E' che non di solo pargolo vive una famiglia. Anzi. Ci siamo anche GF e io. Se io mi addormento, in realtà svengo, dopocena e non mi riprendo più fino a mattina, anche il tempo per noi rischia di essere molto limitato. Come si fa?
Credo siano questi i dilemmi principali in cui si muove una mamma, qualunque lavoro faccia, che sia viaggiante oppure no.
Il tempo, le energie. La formula magica per fare tutto, bene.
Le cose da fare insieme, che non sono solo quelle che si devono fare, ma anche (soprattutto?) quelle che si desiderano, quelle che servono a non perdere il senso del tutto: singolo, coppia, famiglia.
Penso spesso che il lavoro, tutto, sia tagliato a misura d'uomo, nel senso di maschio. Noi stiamo lì a parlare di quote rosa, di pari opportunità e pari retribuzioni, senza però cercare di cambiare davvero il modo. Ci incanaliamo in ritmi e circostanze che alla lunga pesano, perchè non si trasformano come ci siamo trasformate noi. L'unica soluzione spesso è lasciare il proprio lavoro, proprio perchè troppo rigido per la nuova vita. Ovvio che una soluzione non è: il lavoro successivo assomiglierà al precedente, solo che bisognerà ricominciare da capo. E' il modo di lavorare che andrebbe cambiato.
Ma come? Ci penso. Nei prossimi giorni ho diverse ore di treno a disposizione :)
Voi, che idea avete?
Dio non può essere ovunque: è per questo che ha creato le madri. Leopold Kompert (gesuita, 1822 -1886)

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