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Del perduto amore – Le origini

Creato il 17 novembre 2010 da Cobain86
Amore_2 cuori

Amore_2 cuori

Visto il successo del primo articolo Del perduto amore, oggi pubblico una lettera inedita, sempre riferita alla ragazza del primo articolo, quando il suo pensiero mi toglieva il respiro e il suo sguardo mi spogliava dentro. Buona lettura.

Ciao bella,
come va?

Finalmente, dopo 4 anni che non ti scrivo più nulla, trovo il coraggio di farlo ancora, forse perché so che questa lettera non la leggerai mai.

La colpa non è tua.
Sono io che non te la spedirò, nell’imbarazzo che la possa leggere qualcun altro o che il tuo fidanzato si possa ingelosire (se ancora ce l’hai, ma i presupposti erano buoni).

È tanto che non vedo i tuoi occhi, i tuoi capelli tendenti al rosso e che non sento la tua voce.

Praticamente mi eri come passata di mente, come le tante cose belle della vita che ci attraversano e, anziché ricercarle e recuperarle, le lasciamo scivolare negli abissi e le accantoniamo, stanchi o forse logori da esse stesse.

A forza di dire che le lettere per te (dove ti confessavo i miei sentimenti e ti parlavo di me) erano state partorite dai miei sogni, alla fine, ti ho sognata davvero.

Mi sei tornata in sogno l’altra notte con una dolcezza che avevo dimenticato (e che forse non mi hai mai dedicato, non so), con uno sguardo intenso, con una voce calda e avvolgente; insomma, come se volessi conquistarmi.

Noi siamo due strade, due destini…

Io, il romantico, dolce e sognatore; tu, passionale e fantasiosa, che hai passato un divorzio dei tuoi senza chiuderti in te stessa; tu che, nonostante la tua scarsa voglia per la scuola, prendevi sempre la smemoranda gigantesca, per tappezzarla di foto, disegni e scritte…

Tu, con il casco pieno di scritte e una cicatrice sulla caviglia a causa della bruciatura sulla moto di tuo padre…

Tu sei stata l’unica che, dopo 4 anni, ripensandoti, mi hai cotto la testa e tormentato di nuovo…

Per te mi son fatto mandare fuori dalla classe, minacciare dal tuo fidanzato, tormentato il cuore per tre anni, volatilizzato ricariche telefoniche, imparato a memoria il tuo numero di cellulare, passato ore al telefono e giorni a guardarti, innamorato (purtroppo non corrisposto) per la prima volta.

Ma anche tu hai fatto molto per me, e per questo ci tengo a dirti…

Grazie, per avermi ascoltato tutti quei pomeriggi al telefono ed essere stata l’amica di cui avevo bisogno…
Grazie, per non esser mai stata stronza nel rifiutarmi e spiegarmi che avevamo due sentimenti diversi…
Grazie, per aver sonnecchiato quella volta in classe e aver ricevuto il mio bacio sulla guancia…
Grazie, per avermi detto che quando ti ho abbracciata ti sentivi sicura nelle mie braccia…
Grazie, per aver versato lacrime sulle mie lettere e aver apprezzato ciò che scrivevo…
Grazie, per tutte le chiacchierate su cartoni giapponesi, horror e dawson’s creek…
Grazie, per esser stata sempre disincantata e avermi aperto gli occhi sull’amore…
Grazie, per avermi provocato e spronato più volte a vincer la mia timidezza…
Grazie, per avermi incantato con i tuoi sguardi e i tuoi silenzi…

Ti auguro che tu possa trovar la felicità perduta e pensarmi, se potrai o se vorrai, qualche volta, ok?

Ma ho dimenticato un grazie, forse quello più importante, la vera ragione del mio buon ricordo di te…

Grazie per aver tenuto (anche se per breve tempo) le mie lettere in un cassetto; nonostante tutto,
è come se una parte di me fosse ancora con te.

Spero che ti possano ricordare il ragazzino impacciato che ti vedeva come una dea e ti scriveva appena possibile, e ti cercava, sempre e comunque, con ogni mezzo, perché per lui eri quel qualcosa (poco se vuoi) che riempiva le sue giornate e, perché no, anche il suo cuore.

 


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