Del rispetto ai tempi del calcio milionario e della crisi

Da Ducdauge @ducdauge

Credo di non avere mai usato tante parole per il titolo di un post. O forse è capitato, non più di un paio di volte però.

In breve la notizia: l’altra sera durante la partita di campionato Fiorentina-Novara, il tecnico dei viola Delio Rossi sostituisce il giocatore Ljajic, il quale non la prende proprio benissimo e dopo un applauso sarcastico rivolge qualche parolina di troppo al non molto apprezzato mister, il quale si precipita verso la panchina e bum bam bum bam, prende a pugni il proprio ingrato giocatore.

Di solito, davanti a un’azione del genere, gli italiani precipitano in un malinconico moralismo: «Eh no, la violenza nel calcio non è di buon esempio!»… bla bla bla. Invece, stavolta, già dal momento in cui venivano pubblicate le prime notizie sull’accaduto, molti opinionisti, soprattutto dalla cinguettante foresta internettiana, hanno iniziato a giustificare il comportamento del tecnico (ex-)viola – per la cronaca Delio Rossi a fine partita è stato esonerato dal presidente Della Valle – con un fare piacevolmente controcorrente: «Ma sì, Rossi ha fatto benissimo a prendere a calci quel bimbominchia di giocatore!» e anche «La mancanza di rispetto va punita, anche se di fronte ci sono le telecamere». È stato persino osannato il commento di un condomino del giocatore in supporto al gesto dell’allenatore.

Contemporaneamente su Raiuno andava in onda in prima serata il film “Mine vaganti” di Ferzan Ozpetek: bel film che parla dell’omosessualità di due figli in una famiglia molto tradizionale del Sud Italia. Avete letto bene: in prima serata su Raiuno è andato in onda un film che parla di famiglia e omosessualità, e nessuno, tra Vaticano, vertici Rai, associazioni ultra-cristiane e consumatori del consumo televisivo pubblico e/o privato pare essersi scandalizzato.

Si vede che la bonaria e moralista Italia lentamente sta cambiando. Forse la reazione di Delio Rossi è stata un po’ eccessiva davanti alle telecamere, ma come non dargli ragione? Il rispetto è il rispetto. E quando c’è mancanza di rispetto è istintivo incazzarsi, smettendo di essere miti, lasciandosi scappare qualche cazzotto. Certo, la reazione è stata esagerata e fuori luogo, magari sarebbe bastato un semplice ceffone tra le mura dello spogliatoio, ma è andata così.

Adesso spiegatelo a chi sta mettendo le mani in maniera esagerata nelle tasche degli italiani, mancando di rispetto al lavoro e ai sacrifici dei singoli: gli italiani stanno cambiando e, di questi tempi, pare che perdano la pazienza più facilmente.


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