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Del senso di irresponsabilita’

Creato il 10 novembre 2010 da Albino

Riportano i giornali: la Carfagna dichiara di non credere al fatto che Berlusconi abbia pagato delle escort. Tu dici vabbe’, graziealcazzo, ovvio che dice cosi’, se pure i suoi ministri non lo difendono, poverello, chi gli resta? Certo che in teoria la Carfy sarebbe pure il ministro per le pari opportunita’, e qua del fatto che il suo capo si circondi di fighe che poi vengono elette a cariche pubbliche dovrebbe per lo meno suscitarle un moto di… ah no, scusate, dimenticavo: e’ una di quelle pure lei. Te ne accorgi quando vai a vederti il video dell’intervista. Pure lei, donna dello spettacolo, esperta nel parlare davanti alle telecamere, balbetta, e’ incerta, non sa quasi cosa dire. Lo vedi l’imbarazzo mentre mente sapendo di mentire. Lei lo sa benissimo che Silvio va a troie, ma che altro poteva dire?
Poi, la famosa battuta di Berlusconi sui gay, meglio correre dietro alle belle ragazze che essere gay. Qui la poveretta della Carfagna che poteva dire, se non un tirato “è una battuta, ma se la poteva risparmiare”? Ma glielo leggi negli occhi quel che pensa: porca Eva, sarebbe bello se ogni tanto il Presidente del Consiglio collegasse la bocca al cervello prima di parlare.

Poi crolla mezza Pompei, e come succede sempre in terronia, non e’ mai colpa di nessuno. In qualsiasi altro paese del mondo il ministro competente si sarebbe dimesso con infamia e sarebbe stato ricordato nei secoli dei secoli come “quello del muro di Pompei”. Ricordo in Australia alla fine degli anni ’90, un aereo fece un atterraggio di emergenza per un guasto a un carrello, niente di grave, solamente tanta paura, neanche un ferito. Alcuni magistrati misero in luce delle carenze a livello di manutenzione, e all’istante si dimise il ministro dei trasporti, con la motivazione “avrei dovuto vigilare di piu’”. Salvo’ la faccia e la carriera, perche’ li’ se ti beccano che hai lavorato male non becchi piu’ un voto e sei politicamente finito.
A Bananaland invece crolla un pezzo di uno dei patrimoni storici dell’umanita’, un muro che se ce l’avessero in Giappone o in America sarebbe l’attrazione della nazione, lo venderebbero come l’ottava meraviglia, ci farebbero i pellegrinaggi… Dicevo, crolla il muro, e la polvere sollevata dal crollo non aveva ancora fatto in tempo a depositarsi sulle macerie, che quel faccia da schiaffi del ministro se ne era gia’ tirato fuori. Più veloce di Speedy Gonzales, sfido io che a Napolitano girano i coglioni.

Poi guardi l’altra notizia che viene da Napoli, la Iervolino e’ indagata per epidemia colposa. E a te quasi viene da ridere. Non per l’indagine, ma per il fatto paradossale, assurdo, inconcepibile che, dopo tutto quello che e’ successo, dopo la sua conclamata incompetenza, dopo aver sputtanato la sua citta’ di fronte al mondo intero la Iervolino sia ancora li’. Com’e’ possibile che il governo non l’abbia commissariata, che nessuno l’abbia sfiduciata, che i cittadini non siano andati a prenderla di peso per gettarla in una cava di scorie radioattive? Mistero. (Di pulcinella, ovviamente).

Poi Tremonti dichiara che servono 7 miliardi di euro, ne abbiamo solo 5. Azz. Non ci sono soldi, e’ stato tagliato tutto: ricerca, scuola, cultura, risorse per le forze dell’ordine. Le spese della politica pero’ sembrano intoccabili, non per nulla quella pompinara del (pfui) ministro Brambilla sembra andarsene in giro con l’elicottero dei carabinieri per affari privati o di partito. Chissa’, magari se ne va anche a Milano a trovare il fidanzato che ha sistemato all’ACI. Che fuori pero’, le spese della Casta resistono a ogni taglio. Sono vergate sul marmo, una volta scritte non le puoi cancellare. Chissa’ perche’, ma questa classe politica mi ricorda la nobilta’ francese prima della Rivoluzione.

Resta qualcuno, oppure ho finito la lista di quelli che oggi mi hanno fatto girare le palle? Ah, giusto: manca Califano. Califano: un uomo che ha fatto i miliardi ma non si e’ mai preoccupato di mettere via niente, che ne so, un investimento, un paio di appartamenti, qualche proprieta’, un conto in banca di sicurezza, un pagamento di contributi per la pensione. Niente.
Ora, a 72 anni, si e’ mangiato tutto e chiede la pensione degli artisti dallo Stato. In fondo le sue entrate si limitano a soli 20000 euro l’anno di diritti SIAE, che corrispondono a circa 1600 euro al mese. Ora, Califano. Tu meriti di morire su un bordo di strada, solo e povero, lo sai? Invece hai tanti amici, tanti artisti pieni di soldi come lo eri tu. Chiedi a loro, non agli italiani, che ti hanno dato tutto quello che avevi e che hai buttato via. Con che faccia ti presenti a chiedere una pensione a un Paese dove ricercatori col dottorato si fanno il mazzo tanto e prendono la meta’ di quello che prendi tu di diritti SIAE?

In Italia manca il senso della responsabilita’.
La logica dice che ogni problema ha una causa, e di quella causa vanno individuati i responsabili. Se il responsabile non viene trovato, allora la responsabilita’ ricade sulla persona piu’ alta in grado tra quelle competenti (che non per nulla si chiama “responsabile”). Solo cosi’ un Paese puo’ pensare di funzionare. In qualsiasi altro Paese civile gente come Bondi, Brambilla, Iervolino sarebbero stati costretti a ritirarsi a vita privata da un pezzo.
E una volta tolto il marcio, con uno Stato piu’ competente ed onesto magari ci avanzerebbero pure i soldi per la pensione di Califano.



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