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Del sognar incubi.

Creato il 12 giugno 2012 da Phoebe1976 @phoebe1976

Del sognar incubi.

goth-bride-with-chest-tattoo-birdcage-veil-vintage-earings_.jpgCerte volte mi metto a letto e non riesco a dormire.

Non certe volte: spesso.

Guardo il soffitto per un po’, poi chiudo gli occhi perché il buio da sempre mi intimorisce.

Non ho paura del buio, no, ma guardare e vedere tutto nero mi inquieta: sarà così la morte?

Un vedere tutto nero?

 

Al paradiso con gli angeli che cantano ci credo poco, e pure al paradiso della Lavazza, tipo condominio o casa di riposo.

Interessante digressione, non trovate?

E’ che dormo male, e continuo a fare strani incubi.

E quando non dormo la testa va dove gli pare, scivola sui tasti che battono le corde più delicate, rincorrono le paure chiuse in naftalina, aprono armadi e scoprono scheletri. Uno via l’altro.

E dormire diventa impossibile.

Il mondo diventa un posto orribile, le persone che hai intorno esseri abietti e la tua vita un instancabile ticchettio in rincorsa ad un tempo che corre troppo veloce e che non riuscirai mai a raggiungere.

E mille dubbi, mille paure ti si affacciano alla mente in un gorgo irrazionale che non trova requie.

L’insoddisfazione di sé, le bollette da pagare (oddio, avrò saltato qualcosa?), l’IMU, un figlio, il tempo che passa, la paura.

 

Per spezzare la catena negativa, in genere mi alzo.

Vado in bagno, bevo un bicchier d’acqua, rifilo due coccole al gatto che ronfa come se non ci fosse un domani. Un po’ come l’Amoremio, pensandoci bene. Forse è un sogno da maschi, noi donne siamo più complicate, non riusciamo a staccare il cervello mai.

O magari no, non c’entra il sesso. Magari è solo un’attitudine.

 

Prendo un libro, in genere, e leggo. Non molto, mi bastano poche pagine.

Va bene anche un giornale (una volta ho letto anche PC professionale dell’Amoremio, immaginate un po’…), una rivista, qualunque cosa catapulti il mio cervello da un’altra parte. proprio stanotte riflettevo sulla mia passione per la lettura. L’ho sempre avuta, fin da bambina, e forse amo tanto leggere perché ho voglia di essere trasportata via, lontana: un’altra vita, un altro luogo, altre avventure, come Bastian dentro Fantàsia.

Una catarsi. Una evasione. Una fuga, forse.

Lontana.

 

Se neanche questo propizia il sonno, in genere vado di training autogeno e con una serie di esercizi di respirazione che sono così noiosi che finiscono per farmi addormentare.

Di noia, ma mi accontento.

Poi viene giorno, troppo troppo presto.

Il mondo ti reclama.

 

E la ricerca del Bianconiglio ricomincia…

 


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