«A Pesculum Serulae è necessario intervenire».
Risente la frase del capo mentre la strada, che si avvolge ai fianchi della montagna col garbo di un figlio che accarezza il corpo della madre, arranca in mille giravolte. Ovunque ti giri vedi vette di montagne, tante, ma sembrano una.
Qualche sputacchio di neve, poi la corsa rapida cede il posto all’affanno della salita e la strada prende la fuga verso il fondovalle.
«A Pesculum Serulae è necessario intervenire».
Cosa ci sarà di così urgente in questo sperduto angolo di mondo?
Arriva alla piazza: un palmo di mano che ti avvolge come a sostenerti, le stradine laterali come dita che indicano la direzione: storia, arte e tradizione.
Non c’è però tempo per romanticismi, bisogna comunicare la posizione e chiedere istruzioni.
«Capo, il Pesculum è conquistato, attendo ordini.»
«Comunica la posizione esatta, VALERIA.»
«Sono davanti al Municipio, capo.»
«Vedi due gazebo in muratura?».
«Sì, capo.»
«Ecco, avvìati verso quello a sinistra e posizionati sul lato opposto alla porta di accesso.»
«Ci sono, capo.»
«Ora voltati dando le spalle al gazebo.»
«Fatto, capo.»
«Perfetto. Ora procedi in avanti fino ad attraversare le aiuole in linea retta.»
«Ma capo, devo passare sull’erba?»
«Niente domande, VALERIA, lo sai!»
Permaloso forte il capo, oggi. Dev’essere un’azione di grande spessore, pensa l'agente avviandosi con aria guardinga e nel contempo noncurante del “Vietato calpestare le aiuole” messo lì, in bella vista.
Il sole in inverno è sempre un po’ spaventato, come un attore all’esordio che si cela timoroso dietro le nubi a fargli da sipario, ma per quell’insegna ha fatto un’eccezione: uno spicchio di luce luminosissimo colpisce la scritta “Il Vecchio Forno”.
Le essenze che si espandono da quella scritta di colpo danno alla missione un senso pieno di sapori.
Dovrebbe riaprire il contatto, dovrebbe comunicare la posizione, dovrebbe chiedere istruzioni…
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