Rientro da due giornate, davvero gratificanti professionalmente, di formazione rivolte ai componenti della redazione dei quotidiani del Gruppo Seesab [editore, per quanto riguarda i quotidiani, di L’Eco di Bergamo e La Provincia di Lecco, di Sondrio e di Como] sulle evoluzioni dell’ecosistema dell’informazione ed il ruolo dei social media, e su Italia Oggi di stamane trovo un editoriale di Sergio Luciano a dir poco sconcertante.
Sergio Luciano, partendo dai dati diffusi in questi giorni da Pew Research Center sull’ evoluzione del ruolo delle news su Facebook & Twitter, si lancia in una critica spietata dei social come fonte d’informazione fatta di banalità, luoghi comuni e inesattezze. Di seguito la riproduzione integrale dell’articolo in questione.

NON è vero che i dati italiani non siano noti. Cortesemente, si informi, come diceva il mai dimenticato Totò, ad esempio leggendo i dati dell’ultimo report del Reuters Institute for the Study of Journalism [ma non solo] per citare l’ultimo in ordine cronologico.
Una scarsa padronanza della materia che evidentemente nasce da pre-giudizi e/o dalla lettura esclusivamente di fonti non selezionate, diciamo… , che potremmo tranquillamente classificare, nel complesso, sotto la definizione di “jurassic journalism”.
Al di là di tutte le possibili considerazioni alle quali l’articolo si presta, resta evidente che non è con il protezionismo che i quotidiani potranno mantenere quel, poco, che resta loro. Il futuro, pardon, il presente, è fatto di conversazioni, di collaborazione e di co-creazione. Tutto il resto è noia, o peggio.
