Tale era lo status quo che il papa, di cui il regno di Napoli era un feudo, mandò un suo legato a farvi da reggente, e costui senza farsi intimidire prese in mano le redini della situazione e sistemò un po’ di cose. Pare che anche la regina Elisabetta, madre di Andrea, venisse a Napoli preoccupata dalle voci che le erano giunte, per tranquillizzarsi sulla sorte del figlio.
Si arriva così alla grandiosa incoronazione di Giovanna in Santa Chiara. Andrea quel giorno si sente tradito: è stato escluso dal governo del regno, gli resta il ruolo di principe consorte e si ribella comunicando la sua ferma intenzione di governare come legittimo sovrano.
A quel che narrano le cronache, pare che Giovanna, non si sa se per calcolo o convinzione, in questo lo appoggiasse. Ma il Real Consiglio dette un parere negativo, per bocca di Andrea d’Isernia, che pochi giorni dopo perdeva la vita in circostanze oscure per mano d’un tedesco cui aveva tolto un titolo, tedesco che fu condannato a morte da Giovanna, anche se si disse che il giurista avesse pagato caro il suo giudizio in disaccordo col volere regale.
Andrea continua a fare pressioni sul papa per poter regnare, il re d’Ungheria fa velate minacce, mentre cresce l’impazienza e il timore dei cortigiani di vedersi esautorati dal principe consorte, qualora acquistasse diritti sul regno. Questi, tradito platealmente dalla moglie e tenuto in scarsa considerazione a corte, alza la testa e minaccia le vie di fatto, mentre la stessa Giovanna ora non desidera desidera più, ammesso che lo abbia mai davvero desiderato, di condividere il suo potere con lui.
Si pensa di assassinare Andrea.
La corte si è trasferita per la stagione di caccia a Casasana. Non sarebbe difficile mascherare l’assassinio per un incidente. Poi, come si vedrà, le cose prenderanno un’altra piega, e deciderà una misteriosa aggressione. L’unico a tentare di mettere in guardia Andrea è Carlo di Durazzo, disgustato da quella corte d’intrighi e assassinii, e forse anche per vendicarsi di non avere ricevuto che in minima parte la dote promessa per la sposa rapita.
Da Casasana si decide di trasferirsi al castello normanno di Aversa. Giovanna negli ultimi tempi, è affettuosa e cordiale col marito, e la pace sembra tornata fra gli sposi. Quella sera gli chiede a tavola, presenti tutti, di dormire con lei. Ma Andrea rifiuta, e si ritira solo nella sua stanza, secondo l’uso dell’epoca, dopo un lauto banchetto, stanco e forse un po’ ebbro. E’ svegliato poco dopo da un servo che gli comunica che urgenti notizie lo attendono. Forse, pensa il giovane, la tanto attesa bolla papale che lo nomina re.
Fine seconda parte. La terza e ultima parte verrà pubblicata la prossima settimana.