E’ da annullare l’assoluzione della Corte d’Appello pronunciata nei confronti Alberto Stasi, e gli atti del processo sul delitto di Chiara Poggi vanno riesaminati con un nuovo processo.
E’ questa la richiesta del sostituto procuratore di Cassazione, Roberto Aniello, rivolta ai giudici della prima sezione penale della Suprema Corte di annullare con rinvio la sentenza con cui, il 6 dicembre 2011, la Corte d’Assise d’Appello di Milano pronunciò l’assoluzione di Stasi, accusato di aver ucciso a Garlasco il 13 agosto 2007 la sua fidanzata Chiara Poggi.
Nelle sentenze di primo e secondo grado che l’hanno assolto si ravvisano “evidenti illogicità, lacune e incongruenze”, oltre a una “sopravvalutazione della prova scientifica”, ha detto il procuratore. Il vizio motivazionale presente nelle sentenze di merito “consente di individuare, senza alcun dubbio, l’autore dell’omicidio in una persona ben conosciuta dalla vittima e che, evidentemente, doveva conoscere bene anche la casa dei Poggi” ha sottolineato Aniello nella sua requisitoria. “Dagli atti non risultano elementi in base ai quali emerge che ci fossero altre persone, oltre a Stasi, in rapporti con la vittima, con un movente per ucciderla. E a Ferragosto, a Garlasco, non c’erano molte persone”.
I giudici ora dovranno decidere se confermare o meno l’assoluzione pronunciata dalla Corte d’assise d’appello il 6 dicembre 2011 nei confronti dell’ex studente Bocconi.