Usa: giustiziato Alfred Prieto, killer con problemi mentali. Inutile appello del Papa
L'esecuzione dell'uomo, condannato per una serie di omicidi avvenuti tra il 1988 e il 1992, è stata eseguita tramite iniezione letale. Come nel caso di Kelly Renee Gissendaner, è rimasta inascoltata la richiesta del pontefice che con una lettera aveva invitato il governatore dello Stato a commutare la pena
I legali di Prieto, condannato per una serie di omicidi commessi inCalifornia e Virginia tra il 1988 e il 1992, avevano presentato un appello in cui si chiedeva di fermare l’esecuzione per i dubbi sull’efficacia del mix letale utilizzato: secondo gli avvocati la sostanza non avrebbe portato all’immediata morte del condannato. Una lettera del pontefice era stata inviata al governatore della Virginia, il democratico e cattolico Terry McAuliffe, per bloccare l’esecuzione di Prieto, 49 anni, originario del Salvador e affetto dadisturbi mentali. Tuttavia né il ricorso né l’intervento di Papa Francesco hanno avuto successo: Prieto è stato giustiziato alle 21:17 ora locale, le 3:17 del mattino in Italia. Il Papa non può che trasmettere il messaggio cristiano, anche se tutti sanno che la Storia della Chiesa Cattolica è piena di esecuzioni per impiccaggione o per mannaia. Ma ora la Chiesa vive un momento storico diverso, cerca di recuperare i valori del messaggio di Gesù Cristo, detto il Nazareno dalla località dove nacque questo Grande Predicatore che parlava di Amore fra gli Uomini e di Perdono. Personalmente ho sempre pensato che esistono uomini belve irrecuperabili, che uccidono ergendosi loro a boia, decidendo chi deve morire, e non badano certo alla sofferenza delle loro vittime. In questi casi estremi penso che la pena capitale sia giusta. Il condannato di cui si parla nell'articolo aveva disturbi mentali? Esiste forse un criminale che sia perfettamente sano di mente? Se lo fosse non riuscirebbe ad uccidere. Ciascuno di noi può trasformarsi in un assassino se qualcuno minaccia la nostra vita o quella di una persona che ci è cara. La difesa è un istinto naturale e dunque se si uccide sotto una grave minaccia si può farlo pur essendo sanissimi. Ma chi uccide per motivi diversi non può che essere un po' malato. Per dire questo non serve addentrarsi nella Psichiatria, peraltro una branca della Medicina relativamente nuova nella Storia della Medicina stessa. La Criminologia lo è addirittura di più. In Italia basta un poco di alienazione e non si è punibili. Nel dare pene lievi rispetto al danno atroce che fa un assassino, non solo sulle vittime, ma su molte altre persone ad esse legate che hanno la vita danneggiata per sempre, la giustizia aumenta il male fatto a chi rimane a piangere e a soffrire e si aspetta almeno il balsamo di sapere che chi ha fatto tanto male ha pagato. Dunque la pietà cristiana e il perdono non si possono pretendere, giacché appartengono ai valori di ciascuno e ciascuno li prova e li applica se crede. La Giustizia no. La Giustizia deve risponderne alle vittime, alla loro vita strappata dalla mano di un altro essere umano, se mentalmente non totalmente a posto non ha importanza, a meno che non sia totalmente fuori dalla realtà... Ma di solito chi gira parlando da solo e si riduce a barbone, completamente fuori dall'ancoraggio alla realtà, difficilmente diventa un assassino, ma è molto più facile che diventi una vittima. L'altra giustiziata, che viene ricordata nell'articolo, aveva fatto uccidere il marito dal suo amante. Poteva ricorrere al divorzio, ma ha preferito non farlo vivere più.
Rita Coltellese *** Scrivere: Dalla parte di Abele