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Deliverance

Creato il 30 gennaio 2009 da Deasilenziosa

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La musica che ho inserito qui sopra è associata alla prima scena che mi viene in mente quando penso a questo bellissimo film: il duetto /duello fra il banjo di un bambino di campagna affetto da una tara fisica e la chitarra di un civile uomo di città, in mezzo ai monti Appalachi.

Deliverance

L’uomo è Drew (Ronny cox), uno dei quattro protagonisti del film cult Deliverance (Un tranquillo week end di paura, 1972) di John Boorman.
Quattro amici, Lewis (un fulgido Burt Reynolds), Ed (Jon Voight), Bobby (Ned Beatty) e Drew, uomini di affari di Atlanta, si apprestano a trascorrere un weekend fuori dal consueto e avventuroso, trascinati dall’esuberante Lewis. Il fiume Chattooga, pieno di pericolose rapide e immerso in una natura selvaggia, sta per essere deviato, una diga sarà costruita e l’acqua sommergerà la Cahula Valley (fra South Carolina e Georgia), e Lewis (che porta con sé arco e frecce) è deciso a guidare i suoi amici in una discesa in canoa attraverso le rapide, prima che quel luogo venga definitivamente stravolto… L’unico che davvero è fisicamente e psicologicamente preparato all’impresa è forse lo stesso Lewis, gli altri non hanno nemmeno nozioni di come si va in canoa, e non hanno nemmeno l’entusiasmo di Lewis per la natura incontaminata: il loro primo errore, sottovalutare la natura e i luoghi.

Deliverance

I quattro arrivano a una casupola sperduta nella foresta, dove chiedono a dei “villani” di portare dietro pagamento le loro automobili nella città a valle, mentre loro arriveranno a valle in canoa, appunto. Già questo primo incontro con i contadini del posto ci mostra gli abitanti di queste zone degli USA come personaggi abbastanza inquietanti, molto selvaggi, arretrati, analfabeti, chiusi sia come individui che come comunità, al punto che si accoppiano anche fra consanguinei procreando figli pieni di tare e malattie come quel ragazzo del Banjo.
Il loro secondo errore: non aver tenuto conto della “diversità” degli abitanti dei luoghi.
I quattro amici compiono la prima parte della discesa in canoa, poi si accampano a trascorrere la notte sulla riva: è significativa la scena in cui Ed al mattino si sveglia prima degli altri e prova a cimentarsi con l’arco di Lewis: mira a un daino, ma la mano gli trema troppo, sbaglia mira. Ed non è affatto tagliato come Lewis per destreggiarsi nella natura selvaggia e con le armi, e di questo andrà tenuto conto in seguito. Comincia la seconda parte della discesa, gli equipaggi cambiano: su una canoa Lewis e Drew, sull’altra Ed e il pesante Bobby. Le due canoe si distanziano e perdono di vista, allora Ed e Bobby decidono di approdare, ma appena sbarcano, incontrano due individui brutali e armati di fucile, e ostili. Dopo un breve preambolo verbale passano all’aggressione fisica: uno dei due sodomizza Bobby, mentre l’altro tiene in ostaggio Ed e minaccia col fucile . Quando sta per toccare a Ed arriva Lewis, calmo, silenzioso, letale, lui sì che sa adoperare l’arco: centra in pieno lo stupratore di Bobby, l’altro individuo, “lo sdentato”, riesce a fuggire.
C’è una discussione accesa sul da farsi, scontro di opinioni e di caratteri; Lewis è decisissimo a occultare il cadavere, tanto più che il posto, a breve, sarà sommerso dall’acqua. Pensa che correrebbero un rischio maggiore a denunciare l’accaduto, sarebbero accusati d’omicidio e giudicati da una giuria del luogo probabilmente piena di parenti del morto. Drew è del parere opposto: ligio fino all’ossessione alle regole della società civile vorrebbe agire in maniera impeccabile, raccontando tutto alle autorità, pensa che le regole valgano ancora, lì, in quel posto. Bobby sta dalla parte di Lewis, per rabbia personale, è stato stuprato, e per non dare alcuna “pubblicità” all’accaduto. Il voto decisivo sul da farsi tocca all’irresoluto Ed, che alla fine decide a favore di Lewis. Dunque sotterrano il cadavere e procedono il percorso in canoa.
Ora hanno grandi 2 pericoli da affrontare: il selvaggio “sdentato” che sta appostato sui monti sopra il fiume pronto a vendicarsi, e che probabilmente li tiene sotto tiro, e la Natura, le rapide, il fiume nel suo tratto più pericoloso.
E infatti lo sdentato spara a Drew, in canoa con Lewis, poi la canoa è travolta dalle rapide, i nostri raggiungono la riva, a fatica Lewis è tratto in salvo, ma si trovano in un mare di guai: Lewis è gravemente ferito, ha una gamba rotta, la febbre che aumenta, e la notte sta calando, mentre loro sono così, bloccati su una riva col nemico che aspetta in cima allo strapiombo sopra di loro. Essendo rimasti ormai in tre, ma Lewis fuori uso e Bobby troppo pesante, Lewis, sempre più lucido degli altri nonostante la febbre, dice a Ed cosa deve fare: arrampicarsi sulla parete a strapiombo e farla finita col montanaro usando l’arco. Impresa all’apparenza pressoché impossibile. Ed non era riuscito nemmeno a colpire il daino inerme, e “lo sdentato” ha un fucile.
Il resto guardatelo se non l’avete ancora fatto.

;)

A proposito della “paura” che leggiamo nel titolo…  Ecco, la prima volta che ho visto questo film mi sono detta che il titolo italiano era esagerato, inadatto: il film non mi aveva fatto alcuna paura.
Infatti è più calzante e significativo il titolo originale, Liberazione (deliverance): da un certo momento in poi tutto il film è tensione pura, attesa di una liberazione da una trappola, da un incubo, da una situazione terribile e insostenibile in cui ne va della vita, e da cui sembra che “non se ne esca più” (Bobby).
La paura, l’angoscia opprimente, non è dello spettatore, ma è dei protagonisti del film, e si comprende solo se si prova a immedesimarsi nei personaggi.
Partono per qualcosa che credono una gita, solo un po’ più movimentata, pensando di divertirsi a fare i selvaggi della domenica; e invece si trovano ad affrontare situazioni a dir poco pesanti: omicidio, essere brutalizzati, rischiare grosso con la legge, occultare cadaveri, preparare versioni false dei fatti accaduti e sostenere interrogatori a cui non sono preparati, uno di loro che muore, Lewis che forse perde la gamba, gli altri due feriti e traumatizzati a vita… Il fiume, le rapide, la Natura che avevano sfidato li hanno travolti e battuti, e non ci avevano pensato, così come non avevano minimamente pensato ai problemi che avrebbero avuto con gli indigeni.
I quattro cittadini avevano sottovalutato ogni cosa.
E questo weekend lascerà segni indelebili in tutti loro…

Come tipicamente nei migliori film americani anni ’70, si affrontano temi rivoluzionari, controcorrente, che fecero molto scalpore perché difficilmente affrontati prima al cinema: lo stupro omosessuale nei confronti di Bobby, per esempio, o la raffigurazione esplicita di alcune fasce di popolazione impensabilmente arretrate e degradate all’interno della moderna società USA, o il fatto che talvolta la legge e i suoi rappresentanti possano essere nemici e persecutori dei protagonisti.
E quindi il titolo inglese deliverance, liberazione: la liberazione da una situazione insostenibilmente violenta proviene proprio da altri atti di violenza necessari alla sopravvivenza, che però la legge non comprenderebbe.
L’estremo realismo rende questo film memorabile.
A parte il brano da antologia che ho messo all’inizio del post, e poca altra musica, il sonoro è costituito prevalentemente dai rumori della natura, cornice dell’incubo.
Parte del realismo viene anche dal fatto che la produzione cercò di minimizzare i costi (è un esempio di gran film, candidato a vari oscar e divenuto cult-movie, realizzato con un budget minimo!), e fra le altre “restrizioni” gli attori non ebbero controfigure, in nessuna scena: e pensare che le sequenze dei protagonisti che si destreggiano in canoa fra le rapide del fiume sono straordinarie, oso dire le migliori del genere nella storia del cinema (quindi un plauso ulteriore agli attori) !
Mentre i “montanari” erano davvero gente del luogo. Dietro suggerimento di Burt Reynolds, la parte dello “sdentato” fu data a Herbert ‘Cowboy’ Coward, poiché questi era davvero analfabeta, senza denti e balbuziente.
A proposito di Burt Reynolds, all’apice del suo splendore, con questo film si consacrò a simbolo dell’attore virile per eccellenza di quegli anni. Non posso non essere d’accordo: il personaggio di Lewis, con la sua sicurezza e lucidità mantenute in ogni momento, con le capacità che dimostra realmente, mentre agli occhi degli altri sembra un po’ sbruffone, mi piace molto, anzi è il mio preferito nel film, e senza dubbio l’interpretazione decisa di Reynolds e la sua presenza fisica contribuiscono non poco.
Ed, è irresoluto, maldestro, sempre indeciso e tremolante, anche se gli tocca decidersi ad agire suo malgrado proprio per la sopravvivenza, Bobby è piuttosto superficiale, Drew troppo “bravo cittadino” pauroso di staccarsi dalle formalità qualunque cosa accada. De gustibus…

Curiosità dal Web:
- La parte di Lewis doveva essere di Marlon Brando, nientemeno, e quella di Ed, di Lee Marvin, ma lo stesso Marvin leggendo il copione suggerì giustamente di scegliere degli attori più giovani.
- Il film è basato su un libro di James Dickey, che in questo film è anche sceneggiatore e attore: interpreta lo Sceriffo!
- La scena dello stupro di Bobby è stata citata con precisione da Quentin Tarantino in Pulp Fiction, nello stupro di Marcellus Wallace.


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