A volte il grigiore della realtà impone uno stop. E cosa c’è di meglio che deliziare un po’ il cervello con l’arte? Che sia musica, lettura o pittura, servirà comunque allo scopo: alleggerire i pensieri con la forza del sogno. Ed ecco allora una poesia di Bertolt Brecht insolitamente non didascalica (cioè che non intende spiegarci nulla sulla realtà storica). Una poesia che rievoca un amore del quale tuttavia non ricorda quasi nulla, se non che lui la baciò in un giorno sotto un susino. Quel che ricorda, invece, è un dettaglio: una nuvola bianca che correva nel cielo e che ad un secondo sguardo era già sparita.
Ricordo di Marie A.
Un giorno di settembre, il mese azzurro, Tranquillo sotto un giovane susino Io tenni l'amor mio pallido e quieto Tra le mie braccia come un dolce sogno. E su di noi nel bel cielo d'estate C'era una nube ch'io mirai a lungo: Bianchissima nell'alto si perdeva e quando riguardai era sparita.
E da quel giorno molte molte lune trascorsero nuotando per il cielo. Forse i susini ormai sono abbattuti: Tu chiedi che ne è di quell'amore? Questo ti dico: più non lo ricordo. E pure certo, so cosa intendi. Pure il suo volto più non lo rammento, Questo rammento: l'ho baciato un giorno.
Ed anche il bacio avrei dimenticato Senza la nube apparsa su nel cielo. Questa ricordo e non potrò scordare: Era molto bianca e veniva giù dall'alto. Forse i susini fioriscono ancora E quella donna ha forse sette figli, Ma quella nuvola fiorì solo un istante E quando riguardai sparì nel vento.
(da Die Hauspostille, 1927)
Trovata qui.
La poesia è il perpetuo sforzo di esprimere lo spirito della cosa, di penetrare il corpo bruto, e di cercare la vita e la ragione che lo fa esistere. (Ralph Waldo Emerson)