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Dell’Antonio Scurati e del come ti “autoplagio” il Premio Strega 2014. Sullo “scoop” di Gian Paolo Serino

Creato il 12 giugno 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
640px-Strega_advert_1902pillola letteraria a cura di Ivana Vaccaroni. “Conosci te stesso”: mai frase fu più appropriata di questa per descrivere la vicenda che Satisfaction tramite il giornalista Gian Paolo Serino ha portato alla luce.
Uno dei candidati al Premio Strega, Antonio Scurati, ha copiato…da se stesso! Lo scrittore ha portato al Premio il libro dal titolo “Il padre infedele” ( 2013), mentre nel 2009 aveva scritto “Il bambino che sognava la fine del mondo”. Quale il problema? Già le due storie non sono poi così dissimili, in quanto i protagonisti vivono due storie sessuali degradanti che li portano ad avvicinarsi al sesso a pagamento: con una massaggiatrice africana il primo, orientale il secondo. E fin qui…

Ma il bello arriva ora: “ Poi la ragazza m’impose le mani. Voltato di schiena, mi persi nell’ebetudine del godimento. Un piacere lieve, a bassa intensità, ma proprio per questo terminale ed estremo. Le sue mani sui miei polpacci, sui miei fianchi, nel solco delle natiche. Mi mutavano in un uomo immacolato, in un animale marino, una foca, un tonno, un bambino.

Poi mi fece voltare. Ero finalmente, propriamente supino.

La sentivo sussurrarmi parole soavi”Sei stanco? Tanto lavoro… poverino… tanto stress… ora penso io…penso io”.(pagg.171/172 del primo romanzo)

“La ragazza gli impone le mani. Voltato di schiena, lui si sente come una vigna ad alberata assalita dal tralcio della vite. Si perde nell’ebetudine del godimento. Un piacere lieve, sottocutaneo, a bassa intensità, ma proprio per questo terminale ed estremo. Le mani di lei sui suoi polpacci, sui suoi fianchi, nel solco delle sue natiche……………………………………………………..

Quelle mani lo mutano in un uomo immacolato, in un animale marino, una foca, un tonno, un bambino …

Poi lei lo fa voltare con una lievissima rotazione del polso. E lui si ritrova, finalmente, propriamente supino. La sente sussurrare parole soavi: “Sei stanco? Tanto lavoro… poverino… tanto stress… ora penso io… penso io…”. (pag. 167 del secondo romanzo, capoverso iniziale)

E non è finita qui: ci sono altre evidenti “ copiature tra le pagine 167/168 del romanzo del 2013 e le pagine 172/173 di quello del 2009.

Che dire? Escluderlo dalla cinquina sarebbe doveroso, chiedersi se sia il caso di ricordargli che il copia-incolla non è proprio sinonimo di originalità né di fantasia e nemmeno di serietà professionale. Forse l’autore si sta ancora leccando le ferite per aver perso il premio quattro anni fa? Sperava nella cecità di tutti coloro che leggono e confidano di trovare testi originali e inediti? Ahi ahi ahi…che caduta di stile!

Featured image, Manifesto pubblicitario del Liquore Strega risalente al 1902

 


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