di Luigi Miceli
prefazione di Francesco Dell'Erba
Stamperia del Valentino pp.126 € 13,00
isbn 9788895063355
Il testo di Luigi Miceli si sarebbe potuto intitolare vita quotidiana nella Napoli di fine Ottocento e nel titolo avremmo trovato un'indicazione molto precisa sul suo contenuto. La piccola e media borghesia dell'ex capitale borbonica rivive in queste pagine: notabili, fioraie, spadaccini e perdigiorno sono i protagonisti di vicende degne dei migliori romanzi d'appendice. Probabilmente il prolifico Francesco Mastriani per molti dei protagonisti dei suoi romanzi avrà trovato ispirazione studiando i personaggi realmente esistiti che riscopriamo nelle pagine di Miceli dei quali ci narra le alterne fortune. Per me che non sono di Napoli, ma amo la sua storia è stato affascinante apprendere delle corse con le carrozze che si tenevano al Campo di Marte (dove ora sorge l'aeroporto di Capodichino) nobili e parvenu facevano a gara per mostrare il tiro più potente, la vettura più sgargiante. Che dire delle attrici che dilapidavano i capitali di amanti sprovveduti e delle "fioraie" che si contendevano gli sguardi degli uomini durante lo struscio nella Villa Comunale. Gli uomini di un certo ceto onoravano la parola data anche a costo della vita, all'alba quanti visionari e quanti ingenui per lavare un'offesa, persero la vita in duelli all'arma bianca. Naturalmte non mancano numerosi episodi esilaranti, il Napoletano, sappiamo, è sempre stato uomo di spirito, pronto allo scherzo, al calembour, compagno gioviale, amico fedele e ingegnoso, nemico sottile e acuto, insomma uomo di "cazzimma".
di Luigi De Rosa