La solitudine, come esercizio provvisorio del disordine, è una mia dimensione ineliminabile.
Tutto ciò che sono di valido, lo devo alle persone che amo e alla possibilità che mi danno di essere solo, di echeggiare nel mio spazio sospeso, in una dimensione paziente, aperta al domani. Non si tratta di un disordine in cui "trovo tutto", quello è fin troppo ovvio.
Si tratta di qualcosa di più importante: uno spazio in cui mi devo costruire. E in quello spazio non voglio nessun'eco estranea, non voglio rumori di fondo. Non chiedo altro, nient'altro che la mia risonanza. Bruciare, si fa presto a sparire in un rogo. Prova un po' tu a soffiare sulla cenere e inseguire ogni granello. Ci vuole pazienza e spazio per inseguirsi, senza trovarsi per forza.