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Dell'esser single

Creato il 20 agosto 2012 da Phoebe1976 @phoebe1976

Dell'esser single

retro-girl.jpg Prima di incontrare l'Amoremio, non ho avuto manco un fidanzato serio e nemmeno molte storie.
Cioè, alcune. Diverse travagliate, ma niente numeri trascendentali.
Sia chiaro, mi sono divertita, eh.
Ma sempre mantenendo un certo distacco. 

E questo non perché me ne sia mancata l'occasione, quello no, e nemmeno per mancanza di scelta o di volontà. Anzi, sì, è stato per mancanza di volontà, perché io nonostante le mille lamentele con le amiche, i miei peana sul blog sulla carenza di maschi con gli attributi, ecc ecc la verità è che io da sola ci stavo bene.

Perciò non mi andava affatto di sacrificare la mia autonomia e libertà all'altare del primo ragazzetto brufoloso solo per dire “sto con qualcuno”.

Nonostante le badilate di filmetti romantici, Sex & the City e libri su quanto sono cattivi gli uomini con noi donne, la verità è una sola: io da sola ci stavo bene.

Sin da piccola non ho mai avuto bisogno di grandi compagnie, di amici per giocare e di motivi per stare in gruppo. Anzi, io da sola giocavo meglio, mi inventavo bellissime storie e gestivo il mio tempo come se fossi stata adulta. E una volta raggiunta questa età adulta tanto bramata, non è cambiato nulla, ho continuato a godermi i miei spazi, lasciando entrare gli altri solo dove volevo io, reagendo con la violenza di un gattaccio di strada che soffia al nemico ad ogni tentativo inverso.

Fino all'arrivo dell'Amoremio, che come uno tsunami ha cambiato con violenza le carte in tavola.

Già, perché quando si decide di stare con una persona davvero, le cose cambiano, si modellano in maniera differente e se si vuole che duri nel tempo l'iodeve per forza di cose lasciare spazio al noiBisogna imparare la delicata arte del compromesso, dare un colpo a destra e uno a sinistra cercando di livellare il proprio istinto a fare un po' quel che ci pare coi bisogni dell'altro.

E così io, abituata a gettarmi sempre in nuove avventure, equilibrista della socialità estrema, con mille appuntamenti e cento questioni aperte (ma con la tendenza a sparire un giorno intero a letto senza dire nulla a nessuno e senza render conto), mi sono trovata a dover fronteggiare abitudini, vizi, virtù e necessità di un altro individuo.

E non è stato facile, affatto.

E non lo è nemmeno ora, ad essere sinceri. Mi costa sempre un po' di fatica, un aggrottare le sopracciglia che mi si legge sempre in faccia e che fa periodicamente dispiacere l'Amoremio che non vorrebbe che io rinunciassi mai a nulla, nemmeno in astratto.

Non è colpa mia, è il mio carattere: sono sempre stata abituata a fare tutto da sola, e cedere punti di autonomia e decisionalità mi costa sempre.

Non dovrebbe dispiacersi, l'Amoremio. In fondo ho scelto di stare con lui, rinunciando con la vita di coppia alla consolante certezza del dover pensare solo a sé.

Se l'ho fatto è perché lo voglio, no?


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