Dopo qualche
giorno in landa Italica, lontana dalla mia amata seppur perculata Albion, ho
avuto modo di riconoscere in me tutti i sintomi dell’inglesizzamento, quella patologia che si presenta all'espatriato dopo qualche tempo vissuto lontano dal suo paese.
L'inglesizzamento vale per
tutto il mondo, a seconda dello stato in cui una persona vive. Che ne so,
magari uno vive in Germania e si Germanizza e in estate lo ritroviamo con il calzetto
bianco con il sandalo, o uno vive in Australia e si Australianizza, girando
tutto il giorno a piedi nudi come se nulla fosse.
L'inglesizzamento
si basa su vari fattori di non sopportazione di cose che in Albione sono rare:
il calore, il sole, il metodo italiano di fare la coda a cazzo, il metodo
italiano di non chiedere scusa, il fabbisogno giornaliero di 500 grammi di
pasta pro capite pranzo-cena, il metodo italiano di fare drinks con molto
alcool, alla faccia dei miseri misurini inglesi da 25 ancor più miseri
millilitri di alcool.
Ma partiamo dall'inizio.
Una volta
che l'inglesizzamento ha preso il via nel vostro corpo, non sopporterete più il
sole. Né tanto meno il caldo.
La vostra pelle, candida come la burrata pugliese, non resisterà al sole per più di mezzora.
Pizzicorini vi colpiranno, il sudore
vi annegherà le t-shirt, vi verrà mal di testa e l’unica cosa che cercherete è
un riparo per le cervella, la pelle si arrossirà e non si abbronzerà.
E voi,
dopo aver sognato per mesi e mesi il momento in cui finalmente vi potete sdraiare
su una spiaggia e cucinare al sole, direte: “No,
io non ce la faccio. Fa troppo caldo.”
Fa parte
anche dell'inglesizzamento l'essere ligi al rispetto della coda.
“Scusi, è qui la coda?” “Cazz ne so, io
mo’ so arrivat.” “Allora forse c’era
prima la signora?” “Ma io ho già fatto signorì.” “No, non capisco, chi c’è in coda?” E da dietro arriverà un'altra
persona che ovviamente si prenderà il tuo posto.
Nello stesso
modo in cui la persona colpita dalla sindrome inglese aspetta il suo turno,
così anche chiederà scusa ogni qual volta sbatta contro qualcuno. Quando poi
qualcuno fa del male a noi inglesi nell'anima, ci aspettiamo una scusa e
tutta una serie di panegirici sul
risentimento, come tipico degli inglesi.
Per esempio,
quando Big Gym con il costumino strizza palle mi ha tirato una pallonata in
testa mentre nuotavo, io mi aspettavo almeno uno scusa. E invece lui, con quel
costume vedo molto vedo, lui, mi ha guardato e mi ha detto: “Oh, tipa, la palla!” “Certo!” ho detto io.
E ho
visto bene di mirare alle sue palle strizzate in costumino
bianco.
Di una cosa
siamo certi, noi espatriati in Albione: se non riusciamo più ad abbronzarci, almeno riusciamo a bere più dei nostri compaesani italiani!
Dato che l'unica cosa che viene bene agli inglesi, e anche ovviamente ai miei amici scozzesi, è bere, noi espatriati in landa ci siamo dovuti abituare ai costumi britannici.
Ci vantiamo quindi di essere ormai giunti a quello stadio dell'inglesizzamento in cui siamo capaci di bere e non mangiare, come gli inglesi. O di bere e dimenticarci di avere fame, come gli scozzesi. O di bere e bere e oh, sì, bere ancora, come tutti gli abitanti di quella landa.
Siamo certi di riuscire a sopportare litri di
alcool, valanghe di alcolici, fiumi di birra, ettolitri di gin tonic senza
battere ciglio. E invece no!
I cocktail italiani a simpatia del barista a noi inglesizzati ci fanno morire stesi sui divanetti dei locali, i mojito con il rum libero ci regalano postumi degni di una sessione intensa al pub.
Una domanda sorge spontanea nella testa dell'inglesizzato alla fine delle vacanze italiane: se Albione non mi ha insegnato nemmeno a reggere l'alcool, Albione, che cosa mi ha insegnato?
La risposta è semplice: Albione ci ha insegnato a sembrare inglesi.
Ci ha insegnato a camuffarci, a fingerci inglesi e poi, nel momento giusto, scoprire le nostre carte ed ammettere di essere italiani.
Cosa estremamente utile per farvi due risate:
"Ma questi da dove vengono? Non capisco che lingua parlano. Secondo me sono olandesi."
"No, ma va, sono inglesi. Quella prima ha detto YES."
"Boh, quello biondo è bono comunque, me lo farei. Ma secondo te sta con quella?"
"Ragazze, psst... sarei la sua ragazza, sì. Ed è inglese, sì. Ciao, eh."