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Dell'utilità del viaggio di nozze...

Creato il 02 novembre 2010 da Valepi
Chi ha inventato il viaggio di nozze deve essere stato convinto, come me, che il giorno del matrimonio assolutamente NON è il giorno più bello della nostra vita.
Incuriosita, ferma nella mia convinzione e alla ricerca del significato recondito del viaggio di nozze, ho provato a fare qualche ricerca e sul sito Ti sposo, che a giudicare dal nome deve saperne qualcosa (in realtà è il primo link della mia lista), ho trovato un breve riassunto delle origini del viaggio di nozze.
“Fino al XVII secolo, subito dopo le nozze e per tutto il primo mese di matrimonio, i giovani sposi bevevano una pozione a base di erbe afrodisiache e miele che sosteneva le loro prodezze d’amore. Da qui la luna di miele, come periodo dedicato all’intimità. In tempi passati il matrimonio doveva essere l’inizio della vita sessuale della coppia, la cosa era talmente assodata che, addirittura, dopo la prima notte di nozze la sposa riceveva parenti e amici distesa al letto, visibilmente affaticata dalla nottata turbolenta.”
… no no no, non ci siamo… a parte che ormai nemmeno Don Mazzi crederebbe più alla storiellina dell’inizio della vita intima a partire dalla prima notte di nozze, non è decisamente il mio stile: non accoglierei parenti ed amici “distesa al letto, visibilmente affaticata” nemmeno sotto tortura e parenti e amici sarebbero d’accordo con me se avessero un’idea anche vaga del pallore cadaverico che mi caratterizza nei primi minuti dal risveglio (eh si, ho superato da un pezzo l’età in cui ci si risveglia fresche come una rosa). E, d’altronde, provengo da una genia di persone considerate universalmente “riservate”… siamo più gente che “i panni li lava in famiglia” piuttosto che esporli dal balcone imbarazzantemente macchiati a dimostrazione evidente della verginità della sposa.
… no no no, non può essere questo il senso del viaggio di nozze… vado avanti nella lettura di Ti sposo…
“I nobili inglese, per fuggire agli obblighi sociali, iniziarono a rifugiarsi nelle loro residenze estive subito dopo le nozze. Niente lunghi viaggi: solo la voglia di isolarsi, godere della reciproca presenza e sperimentare la vita di coppia.
All’inizio del Novecento in Italia, chi poteva permetterselo, iniziava a copiare le mode anglosassoni e partiva per il viaggio di nozze. Col tempo il matrimonio è diventato un evento di coppia, con il quale i due sposi proclamano il loro distacco e la loro indipendenza dalla famiglia.”
Ecco!!! Lo sapevo io che gli inglesi ne sanno sempre una più del diavolo: questo è il mio senso del viaggio di nozze: scappare dai rompiballe, isolarsi, rilassarsi, godere finalmente della reciproca presenza.
Dell'utilità del viaggio di nozze...
Io mi sono sposata due volte. Non nel senso di sposata con due mariti, ma sposata due volte con lo stesso marito a distanza di una settimana, due migliaia di chilometri e una giornatina di viaggio. Le famiglie degli sposi erano, e sono, piuttosto lontane, io, nonostante tutto, sono stata una sposa tradizionale e ho scelto di sposarmi a casa mia, la suocera, nonostante tutto, è stata una suocera tradizionale e ha insistito per ripetere la cerimonia anche qui, dove ora viviamo, in favore di parenti e amici di famiglia impossibilitati a sobbarcarsi l’infinito (e costoso) viaggio verso la casa della sposa.
Ve lo dico subito, su una cosa sono stata inflessibile, nonostante le pressioni, i musi delusi e i commenti delle zie: NON MI SONO RIMESSA L’ABITO DA SPOSA. Sono una sposa tradizionale io! Il giorno del matrimonio è uno solo… e niente mi avrebbe convinta a ripetere tutto l’ambaradan di preparazione, trucco, parrucco e ginnastica necessarie ad entrare nel ruolo e nel vestito.
Già questo dovrebbe farvi intuire l’atteggiamento, l’umore ed il livello di stress con cui il Maritino ed io siamo arrivati al “giorno più bello della nostra vita”. I preparativi, doppi e a distanza, sono stati il frutto di continue mediazioni e compromessi tra futuri sposi, futuri consuoceri, tradizioni e abitudini. Ho dovuto scegliere e provare l’abito a pizzichi e a morsi approfittando dei giorni di ferie e dei ponti lunghi. Gli aneddoti sul periodo di preparazione sarebbero infiniti e su alcuni ancora ridiamo: dal parente che di fronte alla richiesta dell’indirizzo preciso dichiara: “Non ho indirizzo, vivo sotto un ponte”, al vaso di cristallo scheggiato dalle manine sante della futura sposa durante il ritiro delle bomboniere, mentre aspettava (il giorno prima del matrimonio!) che l’abito fosse per l’ennesima volta sistemato e stirato.
Chi ha scelto un matrimonio tradizionale lo sa: la sistemazione dei tavoli è un evento che può far vacillare ed incrinare anche le migliori famiglie. Per la prima cerimonia il tabellone è stato completato e consegnato in sala solo alle 11 di notte, per la seconda cerimonia il tabellone è stato completato 10 minuti prima di andare in chiesa.
Aveva ragione quel mio saggio collega (dannatosi qualche anno prima): “Se scegli il matrimonio tradizionale, non puoi fare compromessi. O è tutto o è niente”… per noi è stato tutto… DOPPIO!
Vi risparmio il racconto dettagliato di cosa sia stato organizzare questo matrimonio a distanza ed in un clima in cui la maggior parte delle persone che hanno partecipato alla seconda cerimonia lo hanno fatto solo per convenienza e senza buona volontà. Quel che si può invece sottolineare è che, considerata la situazione, non penso di essere poi tanto deprecabile se non considero quel giorno il più bello della mia vita: incastrata in un abito che non metterei più nemmeno se mi minacciassero, sveglia (e chi ha dormito) dalle prime luci dell’alba per farmi stuccare la faccia e incatramare i capelli, con i piedi imprigionati sopra un paio di tacchi che Dio ce ne scampi, con la pioggia a impedire persino le foto di rito (eeehhh, sposa bagnata…!), lo stomaco chiuso ad impedire di mangiare anche quel poco che riuscivo a sistemare nel piatto, che dirvi? La sera siamo andati a mangiarci una pizza per la fame!
A parte gli scherzi: le mie più care amiche si sono sobbarcate ognuna svariati chilometri e viaggi roccamboleschi per essere presenti in quel giorno, alcune di loro hanno dormito a casa mia e questo è il regalo più bello che potessero farmi, tutto sommato la ricordo come une festa divertente (la prima!), ma l’idea di doverla ripetere entro una settimana e non poter partire subito ci angosciava sinceramente.
Per questo, e non solo, ricordiamo ancora il viaggio di nozze (e non il matrimonio) come uno dei momenti più belli della nostra vita di coppia: finalmente soli, finalmente rilassati, finalmente senza più niente da organizzare, finalmente senza convenzioni e tradizioni da rispettare. Pochi giorni, ma stupendi e rigeneranti, anche se al rientro eravamo un po’ tipo quelli che rientrano dalla famosa crociera: inconsolabilmente in lacrime.
Abbiamo fatto il cosiddetto giro delle capitali del Nord (lo chiamano così, che volete farci?): Copenhagen, Stoccolma, Oslo, Helsinky, di nuovo Copenhagen ma solo di passaggio per rientrare… non siamo riusciti a fare un saltino in Russia per problemi di tempo e lavoro, ma prima o poi…
Inutile dirvi che è stato fantastico. Adoro l’Europa del nord e la penisola scandinava e il nostro unico cruccio è stato di non avere più tempo per spostarci e girare nei dintorni e nelle campagne fuori città. Per ora ci siamo dovuti accontentare delle classiche capitali, ma appena Princi sarà un po’ più grande torneremo ed allargheremo sicuramente il raggio della visita comprendendo i Fiordi, Rovaniemi (all’epoca chiuso per fine stagione e, comunque, troppo lontano) e chissà che altro.
Non sono una grande fotografa e non ho una grande macchina, ma questi posti mi sono rimasti nel cuore e ve ne lascio qualche segno.
Dell'utilità del viaggio di nozze...Dell'utilità del viaggio di nozze...
La stupenda fortezza marina di Suomenlinna, Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, di fronte ad Helsinky, è praticamente intatta (veniva quasi paura di veder spuntare i militari russi da un momento all'altro).
Dell'utilità del viaggio di nozze... Copenhagen
Dell'utilità del viaggio di nozze...Oslo 
Dell'utilità del viaggio di nozze...Stoccolma
 
Soprattutto, vi lascio un consiglio. Se la vostra digitale, ogni volta che le cambiate le batterie, vi chiede di risistemare data e ora… fidatevi, datele retta… ve ne accorgerete al rientro!!!

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