Magazine Lifestyle

Della fede.

Creato il 13 febbraio 2012 da Barbaramiglioli
Io sono sempre stata una "scettica". Nel senso che dovendo scegliere tra la storia del big bang e la favola della mela e del serpente, ho sempre optato per la versione scientifica della creazione del mondo.
A dire il vero però non mi sono nemmeno mai fatta troppe domande.
Sono cresciuta in una famiglia cattolica, praticante anche. Ho frequentato il catechismo e l'acr, la mia seconda casa era l'oratorio, sono cresciuta tra una schitarrata ai campi acr e una preghiera ai ritiri spirituali. Nulla di bigotto eh, sia chiaro. Quei momenti rappresentano forse i ricordi più belli del periodo pre-adolescenziale. Forse anche perchè ho avuto la fortuna di incontrare un sacerdote che andava ben oltre il normale pensiero che noi normalmente abbiamo di queste persone. Lui, prima di tutto, era un amico, un fratello, un confidente, una persona a cui affidare tutti quei problemi che allora sembravano insormontabili. E lo era con quella complicità che ci faceva sentire importanti. Che ci faceva sentire compresi, molto più di quello che sentivamo nei confronti dei nostri genitori, che allora erano solo un ostacolo da combattere.
Poi sono cresciuta, e ho abbandonato questo mondo. Fino a poco tempo fa mi consideravo una credente non praticante. Ho sempre pensato che la religione nulla avesse a chè vedere con la chiesa (il più delle volte marcia, finta e corrotta). Credevo che valesse di più una mia preghiera, pronunciata a cuore aperto inginocchiata ai piedi del letto, che non una predica lunga e banale fatta da un prete qualsiasi.
Io l'ultimo barlume di fede che ancora potevo avere, seppur nascosto nei meandri della mia anima, l'ho perduto completamente qualche settimana fa. Quando ho saputo che una mia cara amica dopo pochi giorni dall'aver partorito la sua prima figlia ha scoperto di avere un cancro al seno. 33 anni. Queste sono cose a cui non puoi dare una spiegazione. Ho pianto, ho sbattuto i pugni contro al muro, ho urlato un perchè a cui nessun dio ha saputo dare una risposta. Non ho pregato. Mai. Ho solo sperato che la medicina moderna, e il fatto che lei è così giovane, fossero armi a suo favore. Ho sperato che un medico potesse fare molto di più di un fantomatico dio. Quando succedono queste cose, non solo la fede vacilla. Tutto vacilla. Le tue certezze, la tua quotidianità. Pensi sempre che queste cose possano succedere solo agli altri, e poi  invece capisci che è solamente un "sotto a chi tocca". Io non so cosa si provi quando vivi ogni giorno sfidando queste malattie. Ma da un paio di settimane cerco di vivere come se ci fossi passata e ne fossi uscita. Si, ho perso la fede, perchè non posso più credere che in un mondo giusto ci sia una spegazione a certe cose. Ma ho anche capito che quando ci si trova in certe situazioni, quando tocca a noi, non dobbiamo crederci sfortunati. Piuttosto, dobbiamo considerarci fortunati ogni giorno, quando tutto va bene.
p.s.: questo post non vuol essere nè un'accusa nè tantomeno un giudizio alla religione, alla fede, alla chiesa, e a chi crede; è solo lo sfogo di un malessere personale dato da determinati accadimenti.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :