Della fine delle ideologie e della cooptazione partitica: Francesco “Non sono comunista” – “Neppure io” avrebbe detto Renzi da Tegucigalpa, Cristo però lo era. Grillo: “Il Papa è grillino”.

Creato il 05 aprile 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
di Rina Brundu. Intervistato da cinque ragazzi belgi papa Francesco avrebbe tenuto a precisare di non essere comunista. Mica è una vergogna, Cristo per esempio lo era. Se è vero che “l’amore per i poveri è nel Vangelo” è pure vero che se la predicazione di Gesù e dei suoi discepoli fosse vista in chiave politica (un aspetto difficile da ignorare considerando gli impatti sul destino del mondo), l’ideologia di base sarebbe di tipo comunista. Meglio ancora il “complesso di idee e di finalità” che costituivano la ragion d’essere di quel loro “movimento” era di natura comunista: mirava ad affermare il principio di uguaglianza tra gli individui e a sostenere le ragioni dei più bisognosi, o degli “ultimi”, tra quelli. Di nuovo, mica è una colpa o una faccenda di cui vergognarsi. Gli unici aspetti di cui occorrerebbe vergognarsi è l’applicazione sul piano del reale che ne è stata fatta: dai processi agli eretici della Santa Inquisizione ai gulag stalinisti in tempi neppure troppo lontani.

C’era una sit-com americana dei rampanti ed edonistici anni ‘80 nello quale lo scriptwriter che era “uomo di mondo” faceva dire ad un suo personaggio: “Io però so quello che è mio!”. A mio avviso questo modesto statement sarebbe un efficace motto dei tempi renzistici che viviamo; sicuramente molto più adatto del “The best has yet to come” che Renzi ha tentato di cooptare durante la recente visita di Obama a Roma. Adatto anche a giustificare la dichiarazione di Francesco di cui ho scritto: il problema principale, credo, è che la nostra natura umana a base di capacità etica “limitata” ci impedisce di confondere il “nostro” con il “loro”, il “mio” con il “tuo” e per quanto bene ti possa volere se a me fa male il ditino e tu hai perso una gamba sarà sempre il dolore al ditino quello che io sentirò più forte.

Ne deriva che la verità potrebbe pure essere che il comunismo, quello vero, quello “cristiano” nella sua essenza, lungi dall’essere dottrina di cui vergognarsi sia chimera irraggiungibile. Nel dubbio, il dinamico Renzi, forzato della spending-review a tutti i costi, ha pensato bene di sopprimere quattro ambasciate di primo piano: quella di Tegucigalpa in Honduras, il consolato onorario di Reykjavik in Islanda (lo stesso paese dove anni fa eruttò il vulcano Eyjafjallajökull, procurando grande danno al traffico aereo e maggiori esborsi pecuniari per coprire le spese di inchiostro salite alle stelle nelle ambasciate di mezzo mondo), l’ambasciata di Santo Domingo nella Repubblica Dominicana e il consolato di Nouakchott in Mauritania; dimenticando (sembrerebbe), di guardare davvero bene dentro il magico mondo delle sedi apostoliche… pardon, diplomatiche, consolari, degli istituti di cultura intitolati a Tizio e Caio e chi più ne ha più ne metta (basta che paghi Pantolone!), e della qualità dei servizi che questi arcaici-fortini-burocratici mettono a disposizione degli “ultimi”. A mio avviso sarebbe esperienza interessante il provare a farlo, una idea come un’altra.

Ma per un’ideologia che va cooptazione partitica che trovi. Leggo che, secondo Grillo, Papa Francesco sarebbe il primo papa grillino della storia: chissà come sarà contento lui, specialmente quando leggerà delle gloriose e recenti gesta dei suoi colleghi: dal rogo dei libri alla messa alla pubblica gogna di questo o quel pensiero “dissidente”. Scriveva Doris Lessing “Detesto il fatto che gli uomini debbano essere classificati in laburisti, conservatori, socialdemocratici o di sinistra. Le ideologie, come le fedi, hanno fatto e continuano a fare un’immensa quantità di mele. Poi grazie a Dio tramontano e scompaiono”. Immagino valga anche per i “movimenti”: grillino cooptato mezzo salvato…

Featured image, il mitico vulcano Eyjafjallajökull.


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