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Della fragilità degli (in)umani sacchetti biodegradabili

Creato il 26 agosto 2011 da Vidi


Della fragilità degli (in)umani sacchetti biodegradabiliDa quando ci sono solo i sacchetti in materiale biodegradabile, che costano il doppio e resistono meno della metà, vado sempre in giro con le borse della spesa fatte in casa; mia figlia dice che è più trendy chiamarle shopping bag, ad ogni modo e comunque le si chiami sono quelle di stoffa, cucite da una mia amica, carine, tutte colorate, molto simili a quella nell'immagine, tanto capienti e con il pregio di non costare e non inquinare.
Piene di qualità, insomma. Tranne una, ossia quella di non ingombrare. Ingombrano e tanto, per cui non le si può portare in borsa; io ho ovviato al problema mettendole nel cofano dell'auto e le adopero quando vado a fare spesa ai centri commerciali. 
Succede però che, se sono in giro senz'auto e mi trovo a fare qualche spesa imprevista, non ne ho nessuna appresso e sono comunque costretta a comprare il sacchetto. 
A me questa storia del sacchetto della spesa a pagamento ha sempre dato un fastidio enorme, visto che lo ritengo un servizio che l'esercente deve offrire doverosamente compreso nel prezzo. Eggià, perché se sono venuta al tuo negozio a far compere e ti ho lasciato un bel po' di soldi, trovo un furto che tu mi chieda il costo della busta: come mai dovrei portarla a casa la spesa, secondo te negoziante che mi fai pagare il sacchetto, nelle nocche del grembiule come faceva nonna Peppina? 
E ovviamente ora che la busta costa il doppio, mi sento doppiamente derubata.
E' per ovviare a questo doppio furto in caso di spesa imprevista e al problema dell'ingombro delle shopping bag in stoffa che ho trovato un accomodamento: ho ripiegato ben bene una busta in materiale biodegradabile e l'ho riposta nel portafogli così da averla disponibile all'uopo.
Fino a stamattina
, quando è successo il fattaccio, non l'avevo mai usata.
Stamattina ero uscita per altre commissioni ma, passando davanti al supermercato che dista non più di 150 metri da casa mia, mi sono ricordata che mi serviva il latte. Ovviamente una volta nel supermercato non mi sono limitata al latte, ma ho aggiunto il tè alla pesca e poi la sogliola per mamma e il pane e il gelato che era in offerta e gli yogurt per la merenda dei ragazzi... insomma ho riempito il cestello di cose. Il cassiere, appena è stato il mio turno, con tono di chi offre qualcosa che non puoi rifiutare, mi ha detto 'Una busta, vero?'. Non vi dico che soddisfazione ho provato sciorinandogli sotto il naso il sacchetto estratto dal portafoglio mentre dicevo 'No grazie, ce l'ho già!'. Il tizio  ha sgranato due occhi cosìDella fragilità degli (in)umani sacchetti biodegradabili. A dire il vero, mi è venuto per un momento il dubbio che la roba comprata fosse troppa per quel sacchetto, ma non ho voluto dare soddisfazione. E poi, diamo fiducia alla tecnologia, sicuramente il sacchetto riuscirà a portare a casa tutta la spesa.
Sicuramente.
Pònno cchiù l'uocchi ca 'e scoppettate, enuclea un detto delle mie parti, che tradotto per coloro al di là della linea gotica significa che è più potente il malocchio delle revolverate.
Sappiatelo, è un detto veritiero.
Non avevo fatto che una trentina di metri, infatti, quando ho sentito una strana cedevolezza nella busta.
Ho guardato e orrore! La vaschetta del gelato si protrudeva attraverso una foratura! 
Che fare, tornare indietro e ammainare l'orgoglio chiedendo al cassiere portasfiga un sacchetto?
Giammai!
Sono a poco più di 120 metri da casa, la macchina è parcheggiata davanti al portone con dentro tante belle shopping bag di stoffa in cui travasare la merce onde evitare di perderla su per le scale, l'unica è andare avanti pian piano fin là. Poi in fondo è successo altre volte che i sacchetti si bucassero ma sono sempre arrivata fino a casa, mi sono detta, e dunque ho ripreso a procedere con la lentezza dei fachiri che camminano sulle braci ardenti, onde evitare scossoni alla busta.
Coraggio, mancano solo altri 100... splat!!! 
La bottiglia del tè alla pesca!
Ha allargato il foro fatto dal gelato e si è spatacchiata sul marciapiede!
Maledizione!
Vabbè, non si è rotta, segno che il destino mi sarà benevolo a dispetto dell'uccellaccio del malaugurio dietro la cassa. Però una volta a casa, oltre ad un altro sacchetto magari un po' più consistente, metterò nel portafogli pure un curniciello. Contro certa gente melius abundare.
Ok, intanto affrontiamo l'emergenza: prendiamo la bottiglia e mettiamocela sotto il braccio, poi prendiamo con una mano i manici della busta e con l'altra il brandello rotto e avanziamo con cautela ancora maggiore e senza scosse: mancano 80 metri, devo arrivare a casa e ci arriverò! Forza, dai che ce la... splaffete!!!
Tra i manici e il brandello si è aperta un'altra falla e gli yogurt hanno scelto la libertà!
Mi abbasso per recuperarli, ma nel movimento scomposto dal buco salta fuori anche il pane. Faccio per afferrarlo al volo e mollo il lembo rotto, sicché schizza via pure la bottiglia del latte! Piglialo, che rotola all'indietro verso il supermercato!!!
Insomma, per farla breve, a poco più di 60 metri da casa e con dietro di me una scia di cibi che Pollicino in confronto è un dilettante, ho mollato a terra i resti dell'inutile sacchetto, sono corsa all'auto, ho preso una shopping bag di stoffa e ho fatto a ritroso il percorso Della fragilità degli (in)umani sacchetti biodegradabilieffettuando la raccolta delle cibarie distribuite equamente lungo i  quasi 100 metri percorsi, mentre lo str...aordinario cassiere mi guardava da dietro le porte a vetro del supermercato ridacchiando.
Mai come oggi, a dispetto di tutte le mie convinzioni ambientaliste e pragmatiche, ho compreso l'utilità dell'eterna, indistruttibile plastica di una volta e del provvidenziale curniciello antimaluocchio!


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