Della memoria.
E quante volte ancora morirò
nel forno crematorio
della barbarie?
bruciai vivo su una panchina
dei pubblici giardini,
ma mi uccise di più il ghigno
di quei tre balordi
la cui vita avevano a noia,
mentre io vivevo di speranze.
Della memoria, si!
Ma quante volte ancora
lavorerò nel fango
o sotto il sole cocente,
senza aver riconusciuti
i miei diritti?
Lavorai nei campi, sottopagato,
dormii in un tugurio
e concimai col mio corpo
la terra del padrone.
Della memoria, certo!
Ma quante volte ancora
sarò fatta mercè
dell’altrui piacere?
Consumai i miei tacchi
su ruvidi marciapiedi
e neppure la luce di
un lampione a farmi compagnia,
mentre ,al buio, mani
di onesti padri di famiglia
abusavano del mio corpo,
mi strappavano l’anima
e a me stessa morivo,
io che a sedici anni
avrei voluto correre libera
verso i prati della vita.
Della memoria, già!
Ma ancora c’è chi dà la morte
nel nome di un dio,
ancora c’è chi muore
cercando di raggiungere la riva,
ancora troppi bambini, nel mondo,
immolano l’infanzia alle ragioni
della guerra
imbracciando un mitra.
Accendete pure le candele,
mettetele in bella mostra
sui vostri davanzali,
lavatevi la coscienza
con fiumi di parole,
ma io sono quì per dirvi
che finchè , anche un solo uomo
morirà discriminato,
io non troverò pace.
Della memoria……….
della memoria……….
della memoria……….
vuota eco, insulto alla
MEMORIA.
Anna.
La memoria sempre, ma che diventi impegno per insegnare
ai giovani a comprendere (prendere in se) le diversità e arricchirsene.
Fino a quando uno solo di quei fatti, sopra elencati, si consumerà
nell’indifferenza e quindi nella mancata indignazione, la memoria sarà sterile commemorazione
e, nel perpetrarsi degli stessi, chi morì nei campi di sterminio continuerà a morire e vano sarà
stato il suo sacrificio.