Miei cari, torno a voi con gli occhi che brillano di incanto e immaginazione - quale bellezza essi hanno potuto inaspettatamente contemplare di recente! :-)
Nel corso delle mie ancora non concluse peregrinazioni tra sud della Francia e Spagna di quest'ultimo mese sono stata esposta felicemente alla visione di volti e corpi diversi da quelli ai quali sono abituata in madrepatria. Di fatto, come antropologa, so bene che il significato comune che diamo al termine "etnie" è scientificamente scorretto (per non parlare di quello di "razze"!), bensì che dovremmo piuttosto discutere della variabilità somatica degli esseri umani sul pianeta in termini di genotipi-fenotipi.
Lungi dall'approfondire qui il tema in termini accademici (ma potete farlo agevolemente per conto vostro cliccando sui termini suddetti), ciò che voglio sottolineare è la personale fascinazione che provo per gli uomini che ho incontrato sinora, dove la loro bellezza - ai miei occhi, ognuno ha i propri gusti - sempre più verifico essere determinata dalla mescolanza tra patrimoni genetici differenti piuttosto che dalla concentrazione dei caratteri propri di una determinata popolazione che abita stabilmente un certo territorio.
In sintesi, nei luoghi in cui sto muovendomi (ma il discorso vale anche per quei contesti che da più tempo sperimentano migrazioni e mescolanze tra gli individui), forse per la lunga immigrazione legata alle colonie e all'ambiente costiero in cui nel corso della storia si sono incontrate genti da provenienze diverse del Mediterraneo, gli uomini che vedo per strada o con i quali casualmente mi trovo a parlare presentano un mix di caratteristiche nel viso e nel corpo che testimoniano moltiple origini: rispetto a un insieme di ricorrenze che li renderebbe afferenti a una singola popolazione, il caso ha estrapolato dal loro patrimonio genetico alcuna singole caratteristiche che mescolate insieme danno origine a quello scarto dalla norma che per me è ciò che rende una persona unica e 'bella' a livello visivo (sottolineo che si tratta solo di una questione estetica e non caratteriale, di personalità, comportamento ecc.).
Accade in questo modo che l'incontro tra francesi e - di volta in volta - algerini, marocchini, e popolazioni dell'Indocina, dia origine a individui con tratti del viso marcati e zigomi alti su volti triangolari, con occhi dai tagli più improbabili e dai colori più inediti su carnagioni raramente chiare e ben più frequentemente di diverse tonalità ambrate. Per non parlare di corpi sinuosi, sottili, dalla muscolatura lunga - elementi, questi, che mandano la sottoscritta in brodo di giuggiole!
L'intera costa mediterranea della Francia mi presenta sosia di Jean Reno e Vincent Cassel che vengo poi a scoprire avere ascendenze algerine, tunisine, marocchine, libanesi, siriane nonché ovviamente spagnole - dove poi questo paese ha la propria bella storia di incroci con il Sudamerica, a sua volta in certe aree densamente meticcio.
Per poi ritrovarmi a condividere un giorno di viaggio in auto con il sosia di Raz Degan che mi porta da Nizza a Tolosa raccontandomi di viaggi in Rajasthan e musica barocca.
E qui a bere nell'enoteca del mercato con l'Antonio Banderas della situazione che nel pomeriggio mi saluterà allontanandosi in sella a un'Harley Davidson.
"Come fai a vivere qui?" - chiedo all'amica che mi ospita - "Io sarei in un costante stato di eccitazione!".
"Infatti io sono in un costante stato di eccitazione, per questo non penso neanche lontanamente ad andare da nessun'altra parte al mondo" - mi risponde con un sorriso da un orecchio all'altro.
La mia teoria sul 'guardare e desiderare' come declinabile prioritariamente al maschile è andata completamente a farsi benedire quest'estate, alè :-)))
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