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Della morte e di tanti testamenti

Da Maxdejavu
DELLA MORTE E DI TANTI TESTAMENTI

Voillà! Max Dejavù

DELLA MORTE E DI TANTI TESTAMENTI

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Sapete cosa c’è bimbi miei?
C’è che il denaro è una cosa sporca che tinge il mondo di rosso, che fa scannare i popoli ed i fratelli. Fa prevaricale i diritti degli uni agli altri, crea padroni e servi e così è sempre stato, così per sempre sarà ma, e sottolineo ma, spero vogliate un giorno operare con diligenza, senza disprezzo alcuno, con la generosità che contraddistingue gli animali e non gli uomini.

Perchè ultimamente, vuoi per questioni familiari interne, vuoi per sentito dire, ti crollano addosso i castelli delle fiabe raccontate, quelle dei fratelli uniti e delle calorose famiglie, le storie della buonanotte sempre con il lieto fine.

E ci saranno pure i fratelli uniti, quelli sempre pronti a darsi sostegno, quelli pronti a venirsi incontro nel momento del bisogno ma poi sfoglia sfoglia, ti accorgi che le fiabe gioiose non arrivano mai a raccontarti cosa accade quando, il corso della vita lo richiede, vengono a mancare i genitori.

Una devastazione.

DELLA MORTE E DI TANTI TESTAMENTI

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E se la presenza dei genitori era il forte legante in vita, la loro dipartita diventa improvvisamente il potente esplosivo che fa detonare ogni certezza, mette in evidenza ogni mancanza e lascia intravvedere solo miserabile umana cupidigia.
E li ho visti bene io in questi mesi, fratelli coltelli uniti dall’unico legante, scannarsi in aule di tribunale a colpi di perizie, avvocati, giudici cercare di spartirsi come sciacalli affamati tutto ciò che resta dei propri genitori.
Ognuno con un motivo superiore, ognuno con l’idea di operare nel giusto.

E li ho visti bene io distruggere e calpestare l’immagine ed il sacrificio del propri genitori che, proprio come noi con i nostri figli ora, viviamo in armonia, li alleviamo con l’unico pensiero di vederli crescere, essere felici, diventare adulti e mettere su casa o viaggiare. Comunque essere felici, adulti ed uniti.

Si, li ho visti bene, come fossero immagini di un film, dei Caino e degli Abele, entrambi vittime, cercare di accoltellarsi con la fotografia dei genitori sotto i piedi ed ognuno dei Caino ed ognuno degli Abele usare come schermo le parole “Mamma e Papà” senza rendersi conto che nella concitazione furibonda calpestavano impunemente proprio la foto di quei “mamma e papà” che per anni avevano avuto modo di adorare.

E non giudico i Caino e non giudico gli Abele, giudico le situazioni di non ritorno che si vanno a creare, la mancanza di voglia di fare un passo indietro, l’impossibilità di comprendere che è tutto una macroscopica mancanza di quel tanto sbandierato amore dei genitori.

E non giudico le motivazioni “superiori” di ognuno, ognuno con il proprio interesse, ognuno con le proprie idee, le proprie necessità, la propria nuova famiglia da tutelare.

DELLA MORTE E DI TANTI TESTAMENTI

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E non vorrei ci fosse un aldilà dal quale ognuno di noi riesce a vedere quanto ancora accade tra i mortali, tra le fila dei propri tanto amati parenti. Morire con l’idea di aver fatto e dato tanto alla propria famiglia, averla vista crescere e prosperare, salutare tutti con una gioia nel cuore, tutti riuniti al tuo capezzale come le famiglie felici dei telefilm americani e poi, una volta spirato, un istante dopo, una frazione di battito d’ali di colibrì, si lanciano tutti sul tuo cadavere a spolparti. Quello che ti porta via le pantofole “tanto nella tomba…”, quello che ti strappa via la dentiera, quello che ti apre i cassetti e ti porta via le foto d’epoca, quello che mette un lucchetto alla tua cantinetta di vini… ma tutti quanti in rigoroso e insindacabile abito nero, con tanto di lacrima di disperazione per l’essere venuto a mancare un proprio “caro”.

Non giudico e non voglio giudicare, spero solo bimbi miei che quando toccherà a me non capiti di vedervi scannare per quattro stracci che vi potrò lasciare. 


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