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Della Passarelli e i Sinnos dal carcere

Creato il 08 gennaio 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

Puntava a lasciare un Segno e a trasmettere speranza alle nuove generazioni da un luogo buio e rimosso.

Obiettivo centrato per Della Passarelli, che alcuni anni fa ha fondato la casa editrice Sinnos www.sinnos.org, nel carcere romano di Rebibbia.

“Sì – afferma Della, presidente della cooperativa – abbiamo vinto la scommessa, anche se agli inizi ci sono state tante difficoltà.  Merito del gruppo sapiente e determinato, che sta dietro questo progetto”.

Della Passarelli e i Sinnos dal carcere
Come è nata l’idea?

Intanto, ci è venuta nel maggio del 1990, a Roma, nel carcere romano di Rebibbia. Un gruppo di detenuti italiani e stranieri aveva svolto un corso di impaginazione per creare una struttura di lavoro e reinserirsi nella società. Con l’aiuto di noi volontari nasce Sinnos, non solo come service grafico e editoriale, ma anche come casa editrice, che si rivolgesse a bambini e ragazzi. Volevamo che da un luogo oscuro e negativo partisse un ponte per le giovani generazioni, oltreché un messaggio di: rispetto reciproco, partecipazione, educazione alla cittadinanza responsabile.

Cosa significa Sinnos?

Segni, in sardo. Ci ha ispirati un anonimo detenuto sardo, che prendeva il caffè nella stanza in cui ci riunivamo.  Il nome ci è piaciuto, anche perché il nostro obiettivo è stato subito quello di produrre libri che “lasciassero il segno”, aggiungessero qualcosa, mostrassero sfumature e diversità. Tutto è nato, come dicevo, da un’esperienza di volontariato in carcere (a Rebibbia, Roma) e dall’entusiasmo di un gruppo di detenuti italiani e stranieri, che aveva terminato un corso di impaginazione, organizzato in carcere e che voleva costituire una cooperativa.

Poi cosa è successo?

Dopo poco tempo – e in particolare da parte di uno dei ragazzi del gruppo, Antonio Spinelli, anima della cooperativa – è nato anche il desiderio di diventare editori e avviare una attività vera e propria, autonoma. Fu fondata così la casa editrice, con l’idea di non parlare di carcere, ma di rivolgersi ai cittadini del domani – i bambini – proprio perché di carcere non ci fosse più bisogno. Volevamo dare ai più piccini strumenti per comprendere meglio la realtà. Sinnos, dunque, è stata fondata come cooperativa e casa editrice in carcere, ma subito dopo abbiamo avuto una sede esterna. Nata come cooperativa per dare lavoro a soggetti svantaggiati, ha dato e continua a dare lavoro a cittadini liberi: una scommessa vinta! Oggi nella cooperativa lavorano ancora alcuni ex detenuti e quando è possibile, proprio come cooperativa sociale, ci occupiamo di progetti in carcere.

Quanto ha investito?

C’è stato un grande lavoro di gruppo, un inizio molto faticoso e un lungo percorso.

Quali sono state le difficoltà iniziali?

Farsi conoscere, essere distribuiti, far arrivare i libri nelle mani giuste. Il forte entusiasmo che ci muoveva ha reso facile iniziare a lavorare. Siamo riusciti in tempi piuttosto brevi a dar vita ad una solida rete di bibliotecari, insegnanti e librai, che hanno iniziato a richiedere i nostri libri. Credo che il punto forte sia sempre stato un progetto editoriale di nicchia, ma molto sensato. I libri bilingui – la prima collana I Mappamondi – erano un’assoluta novità in un mondo che stava cambiando rapidamente e aveva bisogno, parlo della scuola – di strumenti come questi. Erano gli anni in cui l’Italia scopriva di essere un Paese di immigrazione. E le nostre classi iniziavano ad avere il “mondo” seduto tra i banchi.

Oggi?

In questi ultimi anni purtroppo una serie di fattori ha reso di nuovo difficile la promozione e la distribuzione dei nostri libri. Di libri di editori “indipendenti”. Le grandi catene di libreria e la fatica delle librerie indipendenti, gli scarsi fondi delle biblioteche pubbliche, l’inesistenza di un sistema nazionale di Biblioteche scolastiche, le scuole che hanno sempre meno fondi, rendono molto faticosa la vendita e, di conseguenza, la possibilità di continuare a progettare. Ma nel frattempo siamo cresciuti. Abbiamo autori importanti che scrivono e illustrano per noi, che scommettono sul nostro progetto. Abbiamo tagliato la nostra produzione editoriale – da 24 titoli l’anno siamo passati a 12 – e se possibile – li facciamo con maggior cura. Questo è un problema che riguarda tutti gli editori “di progetto”, che investono su contenuti non commerciali.

Quanto persone ci lavorano?

Della Passarelli e i Sinnos dal carcere

Siamo in dieci, per la maggior parte donne!

Ritiene che l’obiettivo di Sinnos sia stato centrato? 

Da un luogo rimosso e buio come il carcere è nato qualcosa di speciale: un progetto editoriale, che vive oggi autonomamente all’esterno e che si rivolge ai cittadini del domani. I bambini e i ragazzi. Sinnos è stata la prima a pubblicare libri in doppia lingua per ragazzi, per costruire una cultura fondata sul rispetto reciproco e lo scambio, partendo dalla scuola. Crediamo di aver in parte centrato i nostri obiettivi. Moltissime classi hanno lavorato e lavorano con le nostre collane: da quelle bilingui a quella giuridica, Nomos, passando per la narrativa. Il nostro impegno, oltre che editoriale, è anche di promozione della lettura con due progetti: “Le Biblioteche di Antonio” e “I libri? Spediamoli a scuola!”

Ci sono stati detenuti che si sono trasformati in scrittori?

Nessun detenuto si è trasformato in scrittore. Per i nostri libri abbiamo cercato e trovato autori che sapessero parlare ai bambini e ai ragazzi. Rivolgersi a questo pubblico richiede una grande responsabilità e anche molta bravura! Molti dei nostri autori sono stati pubblicati anche all’estero e hanno vinto numerosi premi a livello nazionale.

Della Passarelli e i Sinnos dal carcere
Quanto è cresciuta negli anni la Sinnos?

Negli anni Sinnos è cresciuta molto: per noi è una scommessa vinta. Abbiamo ottenuto una distribuzione nazionale, una buona diffusione nelle scuole, siamo conosciuti nel settore e riconoscibili nelle nostre tematiche forti. Abbiamo vinto premi nazionali e riconoscimenti importanti. C’è ancora molto da fare, soprattutto per farci conoscere al grande pubblico, ma lavoriamo moltissimo per questo!

Che tipo di libri pubblica?

La nostra produzione per bambini e ragazzi è dedicata alla cittadinanza attiva, partecipata, affrontata da vari punti di vista e con generi diversi. Amiamo le storie, le fiabe, le leggende e cerchiamo di narrarle, scegliendo con cura non solo le parole, ma anche le immagini. Alcuni dei nostri albi illustrati hanno accolto storie e personaggi ponte (come Cenerentola e Giufà, la creazione delle stelle e il diluvio universale), che hanno viaggiato attraverso il mondo, lasciando le loro tracce senza “bisogno di passaporto”. Ai bambini con “I narratori” e per i giovani adulti con “Zonafranca” offriamo una narrativa fatta di storie con la vita dentro: avventure, difficoltà, emozioni mescolate ai valori che riteniamo importanti per crescere – solidarietà, accoglienza, amicizia, capacità di cambiare- Ai lettori pigri e con difficoltà di lettura abbiamo dedicato una collana specifica: “leggimi!”, perché leggere è un diritto di tutti. Non abbiamo dimenticato i piccolissimi con gli albi de “I nidi”.

Progetti, sogni da realizzare di qui a cinque anni?

Prima di tutto resistere, ma siamo fiduciose. Poi cercare di pubblicare libri sempre più belli, di valore, che aggiungano davvero qualcosa.

Perché e quanto si sente tosta?

Mi sento fortunata soprattutto perché non sono sola. La Sinnos è un fantastico gruppo, prevalentemente al femminile, determinato e sapiente. E poi intorno a noi ci sono gli autori, gli illustratori e tanti altri compagni di strada: editori, librai, insegnanti, bibliotecari che condividono non solo il progetto editoriale, ma anche l’idea che libri e lettura siano fondamentali per la crescita di menti libere, aperte e consapevoli.

                                                                                                                            Cinzia Ficco


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