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Della privacy me ne fotto!

Creato il 02 luglio 2010 da Patuasia


Esercizio per la mente 1

Della privacy me ne fotto!

Famiglia

La scusa è quella della difesa della privacy, la verità è molto più profonda. Intanto quale privacy? Ogni giorno riceviamo telefonate che ci invitano a quella o a quell’altra promozione: telefonia, vini, mobili, olii, vacanze… . Non ci lasciano pranzare in pace, dormire, andare in bagno: il telefono squilla e uno sconosciuto ci pubblicizza qualcosa, costringendoci spesso a far leva sulla maleducazione, salvo poi sentirci in colpa, pur di liberarcene. E’ questa la privacy? No, il mercato è bulimico e della nostra intimità, se ne frega. La nostra società è dettata dalle leggi del mercato quindi, di conseguenza, si potrebbe dire che la privacy non esiste, eppure formalmente lo Stato la difende. Perché? Perché il concetto di privacy si confonde con quello di famiglia. E sulla famiglia si fonda il nostro Stato. Una famiglia sempre più ridotta, isolata, chiusa nelle pareti di casa, dentro alle quali ogni problema si fa gigante perché privato di un confronto che possa alleggerirne il peso. La famiglia è sola con i suoi problemi economici, sociali, affettivi. E’ questa la privacy! Una macchina che genera solitudine, che alleva la disperazione, che causa tragedie. La sacralizzazione del privato ha indotto la famiglia all’isolamento e la società che ne consegue è la sommatoria di queste solitudini. Eppure si è sempre detto che l’uomo è un animale sociale, dunque sarà per questo vuoto che la famiglia è impazzita? E’ sufficiente leggere le cronache per rendersene conto. Una società sola è debole e ha paura. Più facile da manipolare. Utile sarebbe tornare al sociale, coltivare il sentimento della comunità, dell’altruismo… per sconfiggere i demoni che, inevitabilmente, si fanno padroni nel buio di una ingannevole cella.


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