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Della tecnica per leggere Ulisse

Da Dalailaps @dalailaps
Della tecnica per leggere Ulisse   Su Vanity Fair n° 4 ho trovato un articolo che mi ha lasciata un po’ perplessa, ma che ho trovato decisamente interessante.
L’articolo parla della nuova traduzione di Ulisse di James Joyce pubblicata da Newton Compton: nell’articolo a parlarne è chi ci ha messo mano, Enrico Terrinoni, fornendo anche qualche dritta su quella che ritiene la tecnica migliore per leggerlo e goderselo.
L’Ulisse è infatti uno di quei libri che vengono costantemente abbandonati sul comodino, nei primi posti della lista degli “iniziato-poi-non-ce-l’ho-fatta-e-l’ho-lasciato-lì-a-guardarmi-imperterrito”.
La colpa può essere è del linguaggio parecchio aulico con cui è scritto: la nuova traduzione sembra ridurre questo problema fornendo ai lettori una versione in lingua più popolare, parolacce connesse.
Non so voi, ma io ammetto di essere una dei tanti che Ulisse ce l’ha sulla mensola, e anche che passandoci davanti mi sento piccola piaccola e osservata come da un avvoltoio con lo sguardo severo.
Se ne sta lì e sembra mi dica “Ecco, brava! Lasciami ancora per quel romanzo di Scarlett Thomas. Tanto io sono qui, mi avrai sulla coscienza ogni volta leggerai qualcosa di più leggero. Pensi che non ti abbia vista sogghignare nascosta dietro la faccia al rovescio di Woody Allen?!”.
Ma torniamo a noi.
Terrinoni propone un’interessante modo di poter affrontare la lettura di quel mattone, e la sua idea è questa:
  1. Per entrare nell’ambiente degli scritti di Joyce è meglio procurarsi prima sia Gente di Dublino che Dedalus.
    Questa tecnica Racconti prima, fardello dopo l’ho già adottata con It di Stephen King.
  2. I primi tre capitoli di Ulisse sono i più complessi e il protagonista non compare fino al quarto: la scorciatoia potrebbe essere di partire dal quarto per poi tornare al primo, passare al quinto e poi leggere il secondo, avanzare al sesto e tornare al terzo per poi recuperare il capitolo sette e proseguire normalmente.
    Mi devo essere persa il punto in cui dice che ha pensato di farne un librogame.
     
  3. Leggere tutte le note è fondamentale, perché certi passaggi risulterebbero incomprensibili anche dopo la nuova traduzione e ricordando comunque che il libro in questione resta un testo comico scritto con parecchio sarcasmo.
    E grazie tante.
Mentre la prima e la terza nota mi sembrano abbastanza logiche – ci si poteva arrivare anche da soli – ho qualche remora sul secondo consiglio.
In poche parole: ci sto facendo un pensierino.
Voi che ne pensate? Avete mai usato una tecnica simile per leggere qualche libro che non vi sentivate proprio di abbandonare?

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