La sentenza del Tribunale di Ancona che ha cancellato la vendita della Merloni alla JP Industries rappresenta il colpo di grazia per l’economia ed il sistema industriale dell’Appennino umbro marchigiano. Rifondazione Comunista dell’Umbria esprime forti preoccupazioni sulle conseguenze sociali che essa produce, sottolinea la gravità dello stato di forte incertezza per le sorti produttive dell’azienda ed è vicina alle lavoratrici ed ai lavoratori che rischiano ancora una volta di ritrovarsi sulla strada. Saremo al loro fianco nelle mobilitazioni che si annunciano, a partire dal presidio di oggi pomeriggio, contro i tentativi delle banche di appropriarsi del grande patrimonio industriale della Antonio Merloni che va al contrario rimesso nelle disponibilità dei lavoratori e ridestinato ad un progetto industriale credibile, immediatamente in grado di proseguire l’attività produttiva.
Il governo nazionale e il ministero dello sviluppo economico debbono intervenire immediatamente per salvaguardare il principio della prosecuzione delle attività produttive e per definire una concreta strategia di politica industriale per un territorio a rischio di cancellazione del suo apparato economico. Rifondazione Comunista dell’Umbria rilancia la necessità di riaprire una grande vertenza dell’Umbria con lo scopo di ottenere dal governo risposte
concrete per tutte le vertenze aperte e per un cambio radicale di rotta nelle sue politiche economiche e sociali. Per quanto riguarda l’Appennino Umbro l’escalation delle problematiche rende oggi più che mai necessarie soluzioni radicali: va rivisto l’accordo di programma, va varato un piano straordinario del lavoro e la nazionalizzazione stessa della Antonio Merloni.
La priorità deve essere la salvaguardia del sistema produttivo, del lavoro e delle persone in carne ed ossa, non la tutela degli interessi speculativi delle banche e della grande finanza.
Luciano Della Vecchia
Segretario Regionale Prc Umbria